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LA VERITÀ STA EMERGENDO. LA FAVOLA È FINITA: LA JUVENTUS OGGI SIAMO SOLO NOI.
21 Agosto 2006 - letto 2401 volte
Sulla prima pagina del quotidiano Libero del 30 luglio u.s. è stato pubblicato, a firma del Direttore Vittorio Feltri, un editoriale dal titolo: “Il segreto degli Agnelli, parte seconda”.
I contenuti dell’articolo appaiono talmente illuminanti circa l‘attuale situazione vissuta dalla nostra Juventus, che suggerisco vivamente a tutti gli appassionati bianconeri di trovare il modo di leggere l’editoriale testè citato.
Con il passare dei giorni, tra l’altro, quanto anticipato da Feltri si sta sempre più chiaramente ed amaramente delineando come vero, evidenziando le indecenti falsità che ha creduto di propinarci la nostra (si fa per dire) attuale dirigenza. Formata da pallavolisti assenteisti tifosi della Fiorentina (Gian Paolo Montali), tifosi interisti (Marco Tardelli), francesi dal nome apparentemente aristocratico (Jean - Claude Blanc), guidati da un presidente (con la p minuscola, perché già chiamarlo presidente è infangante per tutti coloro che hanno onorato questa carica in 109 anni di storia bianconera) che si è coperto di ridicolo in poco più di un mese e mezzo.
Il “nostro” buon Cobolli Gigli (senza il doppio cognome oramai non è più possibile accedere alla carica di presidente della Juventus) è certamente protagonista del film comico di maggiore successo dell’anno e penso dell’intero decennio. Da candidatura all’Oscar. Anche se, purtroppo, fa ridere a crepapelle solo i milioni di antijuventini.
Ebbene questo signore si presenta il 1° luglio, al termine della commovente manifestazione di tifosi juventini tenutasi a Torino, dicendo a persone convenute ( a spese proprie!) da tutta Italia: «continuate a starci vicini». Dopo 43 giorni, su Tuttosport del 13 agosto, a pagina 4, si legge: « dott. Cobolli Gigli, dopo la marcia del 1° luglio, a noi tifosi disse: abbiamo bisogno di voi. Oggi, noi tifosi diciamo: non abbiamo bisogno di Lei.» (Anna Maria, annamariawj@...it).
Il “nostro” presidente, dopo la sentenza della Corte Federale, che ha sancito, come ampiamente previsto anche dai bambini di 3 anni, la retrocessione in B con abbondante penalizzazione della Juventus ( rea di essere troppo forte, di aver dominato troppo a lungo in Italia, di non essere battibile sul rettangolo verde e di aver ridotto sull’orlo di una crisi di nervi più di mezza Italia antijuventina…….e poi dicono che non ci sono prove schiaccianti ! ), è comparso allampanato in televisione e ha trovato anche il coraggio di commentare tale indegna sentenza, saltellando qua e là tra i microfoni della Rai, di Mediaset e di Sky (come noto, tutte televisioni a noi amiche!!).
Un vero Presidente della Juventus, un Giampiero Boniperti tanto per intenderci, avrebbe parlato più o meno in questi termini: « Grazie Signori per quanto avete fatto in questi anni, ed in particolare in questi ultimi mesi, per far sì che si arrivasse a questa sentenza indegna. Ci ricorderemo di tutti voi in futuro. Né io, né nessun altro tesserato della Juventus vi degnerà più di una parola. Vado a lavorare perché venga cancellata questa ingiustizia. Dovete solo vergognarvi».
In verità anche il “nostro” Cobolli sembra arrabbiato; ha anche sapientemente collocato dietro di sé la Coppa del 29° scudetto, quella sollevata a Bari da un Tecnico e da Giocatori che si sono “fatti il mazzo” per un anno, per permettere oggi al “nostro” Cobolli di disporre di uno sfondo così prestigioso e suggestivo. Dimentica, meglio fa finta di dimenticare, questo signore che cosa ha fatto, o meglio non ha fatto, per difendere quella Coppa e l’onorabilità della Juventus.
Lui e chi lo stipendia hanno pagato il risorgimentale avv. Zaccone, perché andasse a Roma, fin dal primo giorno del processo di primo grado, a patteggiare la B ed a rilasciare interviste del tipo: «La A? ma non esageriamo! ».
Lui e chi lo stipendia, insieme al quanto mai taciturno signor Montezemolo, hanno tenuto, lungo tutto l’arco dei processi, un profilo molto basso (meglio sarebbe dire che sono stati assenti, inesistenti). Il che è stato molto gradito alle commissioni giudicanti, che , avendo già le sentenze scritte ed approvate dal mondo politico nel cassetto, non hanno subito in tal modo la benché minima pressione.
Quanto al signor Montezemolo, chi di noi non ricorda di quale sfacelo fu capace, nel 1990, quando fu chiamato a dirigere la Juventus! Fu l’unico a riuscire, nel fortunatamente solo anno di sua gestione, a non far qualificare la Juventus nemmeno per la Coppa UEFA, dopo aver “elegantemente” esonerato Dino Zoff (vincitore, con una squadra modesta, di una Coppa UEFA e di una Coppa Italia), juventino nell’animo, per sostituirlo con un tale Maifredi (predicatore del c.d. calcio champagne), di cui si sarebbero poi perse le tracce sulle panchine calcistiche.
Il Cordero ci aveva fatto sapere che, dopo le sentenze, avrebbe parlato.
Eravamo invero ansiosi di sentirlo!
Lo avete sentito voi, a tutt’oggi?
Io no.
Se qualcuno di voi avesse avuto la fortuna di leggere o di ascoltare qualche sua pregiata dichiarazione, che me lo faccia sapere. Gliene sarò grato.
Ma d’altronde il nostro signor Montezemolo è da sempre un fedelissimo della Famiglia Agnelli e quindi anche degli attuali eredi.
Se John (quale nome beffardo, ricordando il nostro grande King John Charles) Elkann aveva delegittimato e quindi condannato la Triade, prima ancora dei giudici, come potevamo aspettarci che il fedele scudiero della Famiglia levasse una voce dissonante?
Ma torniamo al “nostro” grande, attuale presidente.
Il “nostro”, dopo aver avallato le frettolose cessioni di Mutu, Blasi, Cannavaro, Emerson, Zambrotta e Thuram ( tutti svenduti, a prezzi di realizzo), ha più volte sostenuto: «da qui non si muove più nessuno». Lo stesso allenatore, evidentemente non informato del bluff, ha confermato il concetto.
Immaginiamo le risate di Moratti, di Facchetti, di Oriali, di Branca, di Mancini, dello stesso Mastrolindo (alias Guido Rossi), i quali già conoscevano la destinazione nerazzurra di Vieira (venduto a meno della metà del prezzo d’acquisto dell’anno precedente) e di Ibrahimovic.
Purtroppo il Cobolli non è ancora riuscito a vendere Buffon, nonostante abbia cercato in tutti i modi di spedirlo al Milan (si confronti Tuttosport del 15 agosto). Ma non è ancora detto che non ci riesca, visto che il mercato si chiuderà il 31 agosto. E chissà che non riesca a trovare una sistemazione anche per Trezeguet e per Camoranesi!
Il “nostro”, inoltre, a sentenze della giustizia sportiva completate, ci ha fatto sapere, sempre apparendo arrabbiato, che la Juventus avrebbe fatto ricorso in tutte le sedi, pur di avere giustizia. Poco ci mancava che preannunciasse ricorso anche di fronte a Dio!
Solo che anche in questo caso ha dimostrato di essere un tantino confuso, per non dire contraddittorio. «Vogliamo la A, con penalizzazione, ma anche la B, senza penalizzazione, va bene». Così sentenziò. Come se fosse la stessa cosa!!
Non ci ha spiegato, peraltro, per quali reati commessi dalla Triade, la B dovesse andare bene. Sull’argomento, alla domanda se la Juventus avrebbe chiesto i danni a Moggi e Giraudo, aveva risposto che anche lui stava cercando le prove!?!
Siccome, però, il tempo porta consiglio, su Tuttosport del 14 agosto leggiamo che ( escluso categoricamente il ricorso a Domine Dio), il CdA, già effigiato in precedenza, effettuerà una riunione straordinaria il 21 agosto p.v. per decidere se fare ricorso o meno al TAR del Lazio.
Tornando ora ai “ram-polli” della Famiglia Agnelli ed alle loro più recenti “gesta” (limitandoci ovviamente solo a quelle inerenti la “gestione” della Juventus), chi di noi non ricorda come, nell’inverno scorso, il signor Lapo avesse polemizzato con la Triade, affermando che era necessario divenire più simpatici.
Ricordo che , nella circostanza, Moggi rispose: « Io devo pensare a vincere, non ad essere simpatico» e che Giraudo aggiunse: « Chi vince e tanto, non è mai simpatico».
Mi sembra piuttosto probabile, anche alla luce di questi ricordi, come i rampolli della Famiglia non aspettassero altro che un’occasione per liberarsi di questi “antipaticoni”!
Da Tuttosport del 13 agosto, a proposito dell’operazione simpatia invocata da Lapo, leggo: « Finalmente ho capito cosa intendeva il signor Elkann per operazione simpatia: dare i nostri migliori giocatori in saldo, così gli altri Presidenti, soprattutto Moratti, sorridono!» (p.\pacifico75@...it).
Per quanto riguarda John, come dimenticare l’ ”exploit” del 7 maggio 2006 all’esterno dello stadio Delle Alpi. Mentre tutti noi veri appassionati soffrivamo negli ultimi minuti di Juventus-Palermo, lui etereo, distante anni luce dal pathos e dalla dura realtà del campo di gioco, si lasciava intervistare dalle solite televisioni amiche ed assai inopportunamente, nonché prematuramente, affermava che la Dirigenza (ovvero la Triade) doveva prendere le conseguenze (letterale) di quanto aveva fatto!
Cari fratelli juventini, mi sembra a questo punto chiaro che l’operazione più urgente da realizzare è quella di liberarci degli indegni “ram-polli” della Famiglia Agnelli e della dirigenza che costoro hanno incaricato per l’operazione di liquidazione della Juventus.
Quando, nel 1923, alcuni nobili personaggi andarono da Giovanni Agnelli ( il nonno del nostro grande Gianni) per chiedergli di diventare Presidente della Juventus, avevano in mente un piano ben preciso: legare il nome e le imprese sportive della squadra nata su una panchina di Corso Re Umberto, a Torino, a quello di una prestigiosa Famiglia che, attraverso la Fiat, poteva farla diventare grande.
Questo connubio, questa sinergia, ha funzionato fino alla morte di Umberto Agnelli, un vero innamorato della Juventus: ha funzionato, nonostante periodi di gravi crisi economiche che hanno investito logicamente anche la Fiat, perché Gianni ed Umberto Agnelli hanno sempre amato la Juventus, considerandola un patrimonio sentimentale e morale della Famiglia e dell’Italia intera.
Questo connubio, questa sinergia, ha funzionato ancora per un paio d’anni dopo la morte di Umberto Agnelli, quasi per forza d’inerzia (non si dimentichi come l’ultima scelta di Umberto sia stata quella di affidare la panchina della Juventus a Fabio Capello, che, potrà piacere o no, ha un palmares difficilmente eguagliabile nel mondo).
Da questo connubio sono derivati frutti copiosi, alla Juventus F.C. in termini di titoli sportivi, alla Famiglia Agnelli in termini di ulteriore risonanza in tutto il mondo.
Tutto è purtroppo però finito il 14 maggio 2006, a Bari.
Fine preannunciata, come detto, dalle gratuite polemiche del sig. Lapo e dalle affermazioni dell’oxfordiano John, fuori dal Delle Alpi, il 7 maggio u.s.
Dobbiamo liberarci di questa gente, che Antonio La Rosa definisce giustamente gentaglia, nel suo articolo, pubblicato il 10 agosto, con il titolo VERGOGNOSAMENTE ANTIJUVENTINI!
LA JUVENTUS SIAMO NOI, NON QUESTA GENTAGLIA.
Oggi, senza di noi, la Juventus non è più nulla.
Dobbiamo seriamente studiare le modalità per costituire un azionariato popolare che consenta alla Juventus di disporre delle risorse necessarie per occupare, nel calcio italiano, europeo e mondiale, il posto che ha sempre avuto e che le spetta di diritto per la sua storia sportiva, della quale ha sempre usufruito anche la nostra nazionale.
D’altronde la Famiglia Agnelli non mette una lira nella Juventus da molti anni.
Leggo su Tuttosport del 13 agosto: «I veri presidenti sono quelli che nei momenti difficili si mettono le mani in tasca! Sono 15 anni che la sacra famiglia non tira fuori un centesimo, sanno solo pavoneggiarsi in tribuna d’onore» (Pierluigi Franco, Porto Sant’ Elpidio, AP).
Su Tuttosport del 14 agosto il consulente finanziario Sergio Pigoli, oltre ad informarci che la società ha rischiato di portare i libri contabili in tribunale (sarebbe molto interessante sapere cosa pensa di queste affermazioni il dott. Giraudo), alla domanda di Elvira Erbì «Come definire l’azione della Juve? Corretta, obbligata? » così risponde: « Non c’era altra strada. Bisogna cedere il più possibile. Certo, Didier Deschamps, come allenatore, chiede che nessuno parta, ma la società deve guardare i conti. La Fiat, poi, non ci mette mano. Anzi, l’ AD Sergio Marchionne non è sintonizzato su quanto pensa una parte della famiglia Agnelli. Fosse per lui, la butterebbe via, questa Juve che non rientra nelle strategie aziendali».
Bontà sua, il buon Pigoli, all’ultima domanda della Erbì « Ai tifosi, però, importa il campo.», così risponde: « Ed è arrivato il momento di pensare all’aspetto agonistico. Forse saranno necessarie altre cessioni. Immagino che se arriva un’offerta importante per Gigi Buffon la si prenda in considerazione».
Cos’altro aggiungere?
D’altronde, anche su Tuttosport del 15 agosto, nell’editoriale a firma di Giancarlo Padovan, si leggono analoghi, inequivocabili contenuti in riferimento alla latitanza senza spiegazioni della Famiglia Agnelli, con la condivisione dello stesso Padovan della proposta di azionariato popolare invocato dai tifosi.
Né gli eredi della Famiglia Agnelli possono credere di “cavarsela” andando a fare “passerelle” a Villar Perosa; come dice Giancarlo Padovan, questo è cipria. Ci mancherebbe che non onorassero la memoria dei loro antenati nemmeno all’ombra dei cipressi dove essi sono sepolti.
Alla luce di tutto ciò e di quanto altro potrà continuare a farci rivoltare lo stomaco nei prossimi giorni, è evidente come si debba essere noi tifosi a divenire al più presto gli azionisti della Juventus, coloro i quali eleggono il nostro Presidente ed il nostro Consiglio di Amministrazione. Che a noi dovranno rendere conto.
Questo va fatto subito e chiedo a quanti hanno competenza per studiare le procedure da seguire di muoversi immediatamente.
Credo che tutti i tifosi juventini debbano custodire un profondissimo sentimento di gratitudine per la Famiglia Agnelli, per i suoi 83 anni di legame con la Juventus e per aver fatto innamorare un popolo di questa squadra.
Spetta a noi, ora che la favola, come tutte le favole, è finita, dimostrare di amarla veramente questa squadra.
Prima che essa cada nelle mani di uno dei tanti avventurieri che affollano l’odierno mondo del calcio.
In ultimo, desidero sottolineare come, evidentemente spinti dalle proteste sempre più pressanti di noi appassionati juventini, i “nostri” dirigenti, dopo aver perso ulteriore tempo nel tentare una conciliazione che era con tutta evidenza impossibile, sembra si siano decisi finalmente ad intraprendere le strade legali giuste. Speriamo almeno che sia così.
Leggo, tra l’altro, che i tifosi juventini sarebbero di nuovo pronti a scendere in piazza (Tuttosport del 20 agosto): nella circostanza, se la dirigenza, suo malgrado, avesse nel frattempo avviato le giuste procedure legali, dovremo essere non 40.000 ma almeno 1 MILIONE di persone.
Ai processi mediatici ci si deve contrapporre, infatti, anche con una FORTE, CIVILISSIMA RISPOSTA AD IMPATTO MEDIATICO.
Credo che si sia imboccata la strada giusta: vie legali extrasportive, le uniche da tempo sollecitate a viva voce dai tifosi, e preparazione di un evento a forte impatto mediatico, che deve essere degno di un popolo composto da 14 milioni di tifosi.
Provate ad immaginare che fine farebbero Guido Rossi ed i suoi accoliti se, ottenuta finalmente giustizia per le vie della magistratura ordinaria, si dovesse bloccare tutto il calcio nazionale!
109 anni di onorata storia meritano, d’altronde, solo questo finale: IL CALCIO ITALIANO, SENZA LA JUVENTUS, DIFATTI NON ESISTE.

Michele Gigantino
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