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DURI SCONTRI PESCARA-NAPOLI. UN NAPOLETANO IN COMA
26 Novembre 2006 - letto 15751 volte
2 auto ed 1 pulmino napoletani bruciati, un mezzo della polizia esploso. Undici feriti; un tifoso napoletano in coma. è il bilancio di un pomeriggio di guerriglia urbana a Portanuova tra lo stadio e la zona del tribunale. Per cinque ore, prima e dopo la partita tra Pescara e Napoli, gruppi di ultras si sono fronteggiati ed hanno cercato di regolare i conti per strada ed a pagarne le conseguenze sono stati anche poliziotti e finanzieri. PESCARESI protagonisti in negativo : alle fiamme tre auto di cui una Volante della polizia. Distrutta un'altra macchina targata Napoli. Gruppi pescaresi muniti di spranghe hanno dato vita a momenti di tensione. Piazza Santa Lucia, dietro la Curva Sud, presso il distributore Agip e nelle vicinanze dell'Ex Aurum, il teatro degli episodi di violenza che hanno segnato il dopo partita.
I primi segnali di tensione si percepiscono già in mattinata. Un gruppo di ultrà partenopei arriva davanti allo stadio intorno alle 12.30, con largo anticipo rispetto all'orario d'inzio della gara e trovano gli ultras adriatici presenti sin dalla mattina pronti a dar loro il benvenuto muniti di spranghe, bombe carta ed ardimenti rudimentali.
Intanto in città si accendono vari focolai di risse ed il tutto assume le parvenze di una vera e propria caccia al tifoso partenopeo.
In particolare segnaliamo un'aggressione degli ultras locali ai danni di un gruppo di supporters napoletani dentro un supermercato nei pressi dello stadio ed in via D'Avalos invece a pagarne le spese è stato un operaio senegalese intervenuto a difendere un gruppo di napoletani malmenati nei pressi di un cantiere.
Manca un'ora all'ingresso delle squadre in campo quando parte l'assalto ai cancelli della curva sud di 700 tifosi napoletani senza biglietto. Si trovano davanti un cordone di poliziotti, carabinieri e finanzieri che gli sbarra il passo.
Lo scontro è violento: lanciano bombe carta e pietre. Le forze dell'ordine rispondono con lacrimogeni, uno dei quali finisce anche dentro lo stadio, ma alla fine devono cedere all'urto degli ultrà.
TIFOSO IN FIN DI VITA
è all'interno dello stadio che si consuma l'episodio più grave. Uno dei tifosi appena entrati in curva su si accascia a terra. Sono i suoi stessi compagni a richiamare l'attenzione degli operatori di Misericordia e 118. L'ultrà di 25 anni, ha una vistosa ferita alla testa. Secondo la ricostruzione fornita dalla questura, a provocare la lacerazione è stata una caduta dagli spalti o l'esplosione di una bomba carta, lanciata da altri tifosi del Napoli, che l'ha investito in pieno. Il tifoso viene trasportato d'urgenza in ospedale, dove i medici gli riscontrano la frattura dell'osso temporale, con emorrargia cerebrale. Il giovane è sottoposto d'urgenza ad un delicato intervento chirurgico e nella tarda serata viene ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione.
La tensione non accenna a diminuire durante la partita scontri ai distinti al gol su rigore del Napoli; sono volati calci e pugni da parte dei sostenitori pescaresi ai danni di alcuni tifosi napoletani, rei solo di aver esultato al gol su rigore di Calaiò, uno di loro è uscito in barella e diversi tifosi partenopei sono stati cacciati violentemente dall'impianto di gioco.
Nella curva di casa intanto è in atto lo sciopero del tifo e gli ultras di casa rimangono fuori per protesta contro la presidenza. Alcuni gruppi cercano di avvicinarsi alla zona occupata dagli ultrà partenopei, rimasti fuori. Lo scontro vieni in parte evitato grazie al cordone delle forze dell'ordine, ma 4 tifosi 1 pescarese e 3 napoletani rimangono feriti.
Il caos esplode a fine gara. Nella zona immediatamente a ridosso dell'Adriatico una settantina di ultrà napoletani intercetta una pattuglia della polizia stradale isolata e con passamontagna, cappucci e sciarpe sul viso, circondano il mezzo e lo colpiscono con spranghe e bastoni. Sfondano i vetri e lanciano nell'abitacolo una bomba carta. I due poliziotti fanno appena in tempo a buttarsi fuori: l'esplosione sventra e brucia il mezzo.
Tutto questo mentre un esercito di 3-400 ultras pescaresi si scatena in una serie di aggressioni e roghi che coinvolgono diverzi mezzi napoletani rimasti carbonizzati.
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