Cesena-Verona: una domenica di scontri violentissimi
03 Maggio 1999 - letto 42355 volte
Cesena-Verona (2-0) è stata teatro di una delle domeniche più violente della storia ultras da qualche anno a questa parte. Per la verità una giornata "calda" era prevedibile: il 6 dicembre scorso (gara d'andata) i cesenati avevano prodotto un tostissimo raid due ore prima della gara sotto la curva Sud del Bentegodi inasprendo all'inversimile quella che precedentemente era stata una rivalità per così dire "normale". Un inadeguato servizio d'ordine (ridicolo nel numero e nell'organizzazione), ha creato i presupposti per un autentico far-west.
IL PREPARTITA. L'ambiente ultras di Cesena era in fibrillazione già a mezzogiorno: si temeva una "visita di risposta" da parte dei veronesi ai fatti dell'andata. Invece il pre-gara è scivolato via pacificamente fino alle 15.45. Poi il primo contatto. Un pullman gialloblu pieno di tifosi si affaccia sul piazzale antistante la Curva Mare (per errore? per scelta?). I cesenati assaltano immediatamente il torpedone, i primi fans scaligeri che scendono vengono malmenati. Malgrado ciò, l'intera cinquantina di ragazzi dell'Hellas scende dalla corriera e affronta a viso aperto e con grande coraggio per qualche secondo altrettanti supporters del Cesena. Interviene la Polizia che ricompatta fatiscosamente i veronesi conducendoli in Curva Ferrovia.
LA PARTITA. I veronesi in curva sono circa 1.000; gli spettatori 7.000 con una Curva Mare bella piena. Tutto liscio finchè il Cesena non passa in vantaggio a metà del primo tempo. Dai Distinti alcuni tifosi bianconeri gesticolano, qualche decina di veronesi in risposta si reca in prossimità dei vetri di plexiglass. I fans del Verona cominciano a calciare i pannelli che cominciano gradualmente a crepare. Intravedendo la possibilità di sfondare i pannelli, gli ospiti moltiplicano le forze e i vetri cedono. Un cordone di Carabinieri cerca dai Distinti di evitare l'"invasione": provvidenziale arriva - stavolta dal lato della curva - la celere che disperde i tifosi gialloblù dai pannelli. E' l'inizio di una serie di furiose cariche/controcariche tra le BG e i poliziotti, un testa a testa che dura da lì fino a tutto l'intervallo e che ha il suo apice di violenza in un lavandino scaraventato dal secondo anello in testa a un gruppo di tutori dell'ordine.
IL DOPO. Finita la gara i cesenati si scatenano. Giunti in massa dietro ai Distinti cominciano a premere in più parti diverse sulle barriere d'acciaio che isolano il parcheggio ospiti dove sostano le auto e gli 11 pullman scaligeri. In un punto l'inferriata cede e ci sono 5/6 interminabili minuti di scontri frontali con cinghie, bastoni e segnali stradali! I Carabinieri, per lunghi attimi impotenti testimoni, ingrossano finalmente le loro fila e disperdono i romagnoli. Quando sembra tutto finito e molti cesenati hanno abbandonato la zona stadio, i veronesi realizzano un'ulteriore azione: incredibilmente "fuggiti" dal loro parcheggio, sbucano in 300 circa in prossimità della Curva Mare: qui una cinquantina di impavidi cesenati affrontano i rivali con lucido coraggio per almeno 2/3 minuti, prima dell'ancora una volta tardivo intervento della Polizia.
La folle domenica cesenate si conclude sul calare del sole, quando le Forze dell'Ordine, accerata l'ormai totale assenza di teppisti locali nelle prossimità dello stadio, dà finalmente l'ok per la ripartenza dei pullmann ospiti.
IL BILANCIO. Ufficialmente le cifre parlano di 34 feriti. I più gravi sono un poliziotto (ferito ai legamenti di un braccio dal lancio del lavandino) e un cesenate che nel finale ha tentato di arginare l'ultima carica veronese. Una domenica insomma di autentica follìa: una follìa alimentata sì da due tifoserie scatenate e desiderose di prevaricazione, ma anche da una gestione del Servizio d'Ordine allo stadio che dimostra per l'ennesima volta quanto le cosidette "istituzioni" siano assenti e poco pronte nel capìre quelle che sono le vere e proprie "gare a rischio".
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