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Verità su Messina - Palermo
08 Settembre 2002 - letto 1489 volte
Amici di tifonet, riporto in questa sezione una lettera da me inviata al giornale di sicilia il giorno dopo l’ incontro di coppa italia Messina – Palermo allo scopo di rendere noto il vergognoso trattamento riservato agli ultra palermitani al seguito della squadra rosa-nero.


Cordiali signori della redazione sportiva,
sono uno studente universitario tifoso del Palermo. Ieri, in data 18/08/2002, ho preso parte, assieme ad altri amici, alla trasferta di Messina. Vi scrivo per sottoporre alla vostra attenzione il vergognoso trattamento che ci hanno riservato le forze dell’ ordine messinesi. In breve ecco i fatti.
La nostra giornata è cominciata alle 14.30 con l’ appuntamento in via Aldisio; lì siamo stati smistati nei rispettivi pullman e, quindi, abbiamo iniziato la nostra marcia verso il piazzale antistante lo stadio “La Favorita” dove ha avuto luogo la regolare perquisizione: gli agenti addetti alla scorta hanno controllato, come di norma, i nostri abiti, gli zaini e i mezzi di trasporto su cui avremmo poi effettuato il viaggio. Fin qui nulla da dire. Questa inevitabile prassi ha portato via circa un’ ora e mezza. Intorno alle 16.00 ha avuto inizio il viaggio verso Messina ( via Catania ). È stato un tragitto piuttosto faticoso ma comunque entro i limiti della sopportabilità. Alle 20.00 siamo giunti al casello di Messina e tutto lasciava presagire che saremmo arrivati in tempo per il fischio di inizio, ma a questo punto è iniziato lo show della polizia messinese. Non appena varcato il casello, tutti i pullman sono stati invitati a fermarsi e sono iniziate nuove e più severe procedure di perquisizione e di identificazione ( senza che fosse accaduto nulla durante il percorso in autostrada ). Siamo stati costretti a sfilare ad uno a uno dinanzi ad una telecamera e a dichiarare le generalità. Questa seconda e inutile “inquisizione” ha a dir poco disturbato i tifosi, in viaggio da diverse ore, che vedevano sfumare il sogno e il diritto di assistere alla partita dall’ inizio. L’ atteggiamento indisponente delle forze dell’ ordine locali è parso a molti di noi un modo del tutto cosciente e volontario di ritardare il nostro ingresso allo stadio che è infatti avvenuto con un quarto d’ ora di ritardo rispetto al fischio di inizio. La partita è trascorsa tranquillamente a parte i problemi di visibilità che comporta il settore ospite dello “stadio” di Messina; anche in questo caso però c’è qualcosa di significativo da registrare: un ragazzo palermitano ha infatti, ad un certo punto, accusato un malore ma le splendide forze dell’ ordine, massicciamente presenti anche in curva, non sono state in grado di accelerare i soccorsi e solo nel finale di partita si è intravista una barella chiamata peraltro a gran voce da noi tifosi. Nel finale di partita altre scene di ordinaria follia: siamo restati in curva fino alle 23.30 inoltrate, con i cancelli chiusi, senza che uno straccio di addetto alla sicurezza ci venisse a informare sul da farsi. Siamo stati immersi nella calca di un settore ospiti colmo all’ inverosimile per più di un’ ora in assenza delle condizioni minime di sopravvivenza. Ho visto scene che reputo da terzo mondo: prima di tutto non c’ era l’ ombra di un idrante; molti di noi erano disidratati e in tutto questo la polizia restava a guardare e si preoccupava di reprimere eventuali atti impropri in uno stadio che si presentava comunque ormai vuoto da diversi minuti: soltanto dopo lunghi reclami alcuni inservienti del Celeste ( non la polizia ) hanno fornito delle bottiglie d’ acqua attraverso le inferriate: è stata un’ immagine pietosa vedere tante braccia protese alla ricerca di pochi litri di acqua. Sono stati calpestati diritti prima di tutto umani più che sportivi. Mi rendo conto che può sembrare un’ espressione esagerata, ma chi ha vissuto questa giornata da “tifoso in trasferta” converrà senz’ altro con quello che dico. Una volta fuori dall’ impianto sportivo siamo stati condotti ai pullman e lì ho assistito ad una scena che non avevo mai visto prima: quando l’ autista ha acceso il motore i carabinieri messinesi addetti alla nostra ( teorica ) sicurezza hanno iniziato a inveire verbalmente contro di noi e ho visto coi miei occhi un carabiniere alzare il dito medio e infilarlo in bocca rivolto ai tifosi già sistemati nei mezzi di trasporto. Per dovere di cronaca è giusto dire che anche dai pullman partivano insulti, ma le forze dell’ ordine ( almeno, per quello che so ) sono tenute al mantenimento di un comportamento sobrio ed equilibrato proprio per evitare che qualsiasi forma di violenza possa trascendere in situazioni di maggiore pericolosità. Una volta in viaggio la tensione è rientrata. Abbiamo abbandonato Messina a Mezzanotte abbondantemente superata. Il percorso di ritorno è stato lungo e faticoso: abbiamo direttamente imboccato la strada per Palermo ( questa volta senza passare da Catania ) e abbiamo fatto ritorno nel Capoluogo alle 4 del mattino ma questa non è la sede per aprire un dibattito sulla mancanza di autostrade in Sicilia..

In definitiva, lo scopo di questa lettera, è quello di mettere a conoscenza l ‘opinione pubblica ( ma soprattutto la nuova dirigenza ) delle numerose ingiustizie che la tifoseria palermitana subisce in trasferta con triste puntualità ( non è la prima volta che seguo i rosa fuori casa ). Il mio è un appello rivolto a chi può cambiare le cose ( mass-media, dirigenza ) conferendo nuova dignità ai tifosi, soprattutto a quei ragazzi che, per amore di una maglia, spendono soldi e fatica allo scopo di non fare mancare a questa squadra il sostegno. È giusto, anzi doveroso tutelare i propri tifosi, a maggior ragione quelli che seguono la squadra lontano da Palermo. Ieri ho pagato 22 euro ( e come me tanti altri ragazzi ) per essere trattato alla stregua di un delinquente uscito di galera. Non è giusto.
Spero che tra le priorità del nuovo presidente ci sia, prima ancora che la costruzione di una corazzata vincente, la tutela dei diritti della tifoseria. Comunque.. anche ieri ho perso la voce.

Con osservanza
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