Udinese, rabbia e amarezza: «È uno schiaffo a tutti noi tifosi»
02 Settembre 2015 - letto 1996 volte ![]() «Per sempre uno di noi. Grazie». Una scritta fatta a mano su una foto gigante appesa ai cancelli dello stadio dai tifosi del club di Cargnacco. É iniziata, così, nella notte la giornata dell’addio di Giampiero Pinzi all’Udinese e ai suoi tifosi. Sostenitori che male hanno digerito questa sua partenza. Per lunghe ore c’è stata attesa, contatti, telefonate per decidere che cosa sarebbe stato giusto fare. Alla fine, alcuni rappresentanti della curva Nord, degli Udinese club e “semplici” tifosi si sono dati appuntamento fuori dallo stadio, nella zona del passo carraio che porta verso gli spogliatoi nel tardo pomeriggio. Tra i più animati il presidente del club dedicato a Pinzi, Mauro Nadalutti, che ha chiesto spiegazioni, ripetendo: «Tutti, ma lui no». Colantuono ha parlato schiettamente, in modo pacato e ripentendo più volte di aver sempre avuto un ottimo rapporto con il calciatore, tra l’altro romano come lui. É stato chiarito come nessuno avesse mai detto che non ci fosse posto in squadra per Pinzi, mentre alcuni tifosi hanno rimarcato come sia stata «strappata una bandiera» e sia stato dato «uno schiaffo alla tifoseria tutta». Qualcuno degli ultras ha parlato di «operazione simpatia zero» da parte della società in questo inizio stagione, tra la scelta di cambiare il nome dello stadio, settori non concessi per gli abbonati nei nuovi distinti e ora la partenza di Pinzi. Al termine della chiacchierata con Colantuono, il cui gesto di fermarsi a colloquio con il drappello di sostenitori è stato apprezzato un da tutti - ultras compresi - il presidente Nadalutti ha tolto dal bagagliaio dell’auto due striscioni e una foto gigante di Pinzi, che sono stati appesi alla grata che delimita la rampa di accesso al carraio nord. «Pinzi uno di noi» e «Questo non lo meritiamo», si legge, mentre con il passare dei minuti tutti hanno raggiunto mesti auto e scooter per far ritorno a casa, compresi gli agenti della Digos della Questura di Udine, che hanno controllato con discrezione che tutto si svolgesse correttamente e nel modo giusto. Tra i tifosi presenti, anche il presidente dell’Auc, Daniele Muraro, che ha dichiarato: «Questa è un’operazione che non capisco. É stata privata la squadra e la tifoseria di una bandiera. Pinzi era uno di noi. Ora non ci resta che attendere l’occasione per salutarlo come avrebbe meritato. Abbiamo capito che la scelta di andare via è stata anche del giocatore, ma uno strappo alla regola per cercare di trattenere personaggi come lui, io credo che ogni tanto si potrebbe fare». Fonte: messaggeroveneto.gelocal.it Notizie correlate Udinese
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