Torino: «Sophie» minacciata e buttata fuori dallo stadio Delle Alpi
22 Gennaio 2003 - letto 5792 volte SULLA MISTERIOSA AGGRESSIONE INDAGA LA POLIZIA. «MI HANNO ACCUSATA DI ESSERE UN´INFAME» L´ex ragazza del Viva Lain voleva seguire la partita del Torino: «Adesso ho paura ad uscire di casa» C'è una ragazza che piange, fuori dal Delle Alpi. L'hanno cacciata fuori dalle gradinate, afferrata con violenza, schiaffeggiata, insultata e minacciata di morte. Era in corso Torino-Como; quella ragazza collabora con un giornale, scrive di sport e da sempre è una tifosa del Toro. Però un branco di teppisti ha deciso di farle del male. In gruppo, guidati da un tizio alto grosso e tatuato, tutti assieme contro una donna che aveva la colpa di chiamarsi Lorena Berno, l'ex Sophie del Viva Lain che sta cercando di farsi dimenticare e di lasciarsi alle spalle gli errori di un passato che «non mi appartiene più», dice fra le lacrime. «Mi hanno rinfacciato di essere un'infame, di avere collaborato con la polizia... Ho provato a discutere con loro, sotto gli occhi di decine di persone. Qualcuno ha cercato di aiutarmi, soprattutto i "vecchi" tifosi che conoscevo da sempre, ma quelli hanno continuato a insultarmi e alla fine mi hanno mandato via. Spinta, buttata in mezzo al piazzale». L'avvocato Loredana Gemelli, che tutela Lorena Berno, ha presentato alla polizia una denuncia contro ignoti. Ci saranno indagini, forse non sarà difficile risalire al branco. «In quel momento - continua Lorena - non c'erano poliziotti e non ho potuto chiedere aiuto a loro. Da sempre andavo allo stadio, il calcio è la mia vera passione, ma adesso basta. Non voglio creare una situazione di pericolo per i miei cari e per me. Domenica, al Delle Alpi, ci sono andata con i miei fratelli? Non ci andrò mai più, questo è certo, almeno nelle gradinate». Ma chi sono gli aggressori? «Non li conosco. Uno, quello che sembrava il più accanito, mi ha detto che 'tanto sa dove trovarmi, sa dove abito e me la farà pagare'. Mi ero illusa che dopo quello che ho passato, anche per i miei errori, avessi il diritto di restare in pace, di potere fare la mia vita tranquilla. Invece. Pochi giorni fa, in piazza Carlina, sono stata avvicinata da tre ragazzi che mi hanno insultato e minacciato. Non ci avevo dato nessun peso, a questo episodio, ma adesso, dopo quello che è accaduto allo stadio... Ho paura ad uscire di casa». L'avvocato Gemelli non ha perso un attimo: «Credo sia un fatto grave, che poteva avere conseguenze ancora peggiori. La denuncia è d'obbligo, perché la sicurezza di Lorena potrebbe già essere a rischio. Non sono gli insulti sulla storia del Viva Lain, frequentato com'è noto da alcuni calciatori, ma il tono e il tipo di minacce, che si riferiscono all'atteggiamento tenuto da Lorena con il pm Andrea Padalino che mi preoccupano. Ma il marchio che i teppisti le vogliono imporre a tutti costi, cioè quello di 'infame'. La Berno non ha tradito nessuno, ha detto solo la verità». Spenta la curiosità dopo la scoperta della «casa» più famosa d'Italia, finite per ora le passerelle in tv e sui rotocalchi, Lorena Berno stava cercando di ritornare nella normalità: «Vorrei un lavoro qualunque, per ora, che mi consenta di vivere, mentre continuo a coltivare il sogno di scrivere di sport. Ma il mio nome è diventato un ostacolo insormontabile, tutti mi stanno a sentire, scoprono che so scrivere, che conosco quattro lingue, che ho lavorato per banche e aziende e poi spariscono. Ma non ho perso ancora la speranza, prima o poi, questo incubo del Viva Lain sarà alle mie spalle, sarà solo un brutto ricordo. Io ringrazio ancora gli inquirenti che mi hanno messo in condizione di abbandonare quell'ambiente, però ora sono sola, senza l'aiuto di nessuno. Promesse, tantissime, risultati zero. Ci mancavano anche le aggressioni e le minacce. Così tutto si fa più difficile». Fonte: http: Notizie correlate Torino
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