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SMENTITA UFFICIALE BRAVI RAGAZZI ''NOI RAPINATORI? E' UN'INVENZIONE GIORNALISTICA''
10 Marzo 2009 - letto 5703 volte
A seguito dell'articolo pubblicato la scorsa settimana sul quotidiano La stampa e diffusosi in tutto il web, che denunciava l'esistenza di uno stretto e diretto collegamento tra i tre rapinatori di banche arrestati dai Carabinieri ed il gruppo ultras dei ''Bravi Ragazzi'', in esclusiva per Tuttojuve.com è arrivata la secca smentita da parte del responsabile della tifoseria.

Nell'articolo scritto da Angelo Conti si afferma che, secondo i Carabinieri, i tre rapinatori arrestati farebbero parte del gruppo di supporter bianconeri e che i relativi bottini ricavati dalle depredazioni servirebbero a rimpinguare il fondo cassa del gruppo, a finanziare le attività e a coprire gli esborsi per le trasferte.
Secondo l'articolo, i 20 colpi sarebbero stati messi a segno prevalentemente in Piemonte ma anche in altre regioni limitrofe. ''I carabinieri del colonnello Nicola Fozzi hanno fatto un buon lavoro indagando su 20 rapine, 14 compiute in Piemonte (prevalentemente a Torino), 3 in Liguria (Albenga, Loano e Savona) e 3 in Romagna (tutte nel Riminese)'' recita il testo dell'articolo.
Nel testo si afferma che tutti i saccheggi servivano a finanziare l'attività dei ''Bravi Ragazzi'': ''le refurtive servivano a pagare i costi delle trasferte ad altre persone e a consentire un alto tenore di vita ai rapinatori''.
I Bravi Ragazzi, che già nell'articolo hanno prontamente preso le distanze dai tre soggetti, non ci stanno e attraverso il loro leader storico smentiscono categoricamente una qualsiasi forma di collegamento diretto tra le rapine e l'attività del gruppo. ''Noi siamo completamente estranei a questa faccenda. Il fatto che un individuo abbia frequentato tempo fa la nostra curva non significa che qualsiasi attività svolga nella sua vita privata sia riconducibile al nostro gruppo di tifosi. Dei quatto arrestati l'unico che conosco, come ho già affermato a La Stampa, è Gino Facchino. Ha fatto parte dei Bravi Ragazzi un anno e mezzo fa, fino a quando non ha ricevuto una diffida per motivi di daspo e siamo stati obbligati ad allontanarlo dal gruppo''.

''Questi tre ragazzi non li abbiamo mai sentiti nominare e sinceramente, se davvero trattasi ultras come si dice, ci viene da pensare che che lo siano di altre squadre, perché allo stadio con noi non si sono mai visti. Ripeto, l'unico che faceva parte più di un anno fa del nostro gruppo era Facchino, ma anche lui, a dire il vero, all'epoca spesso non seguiva la squadra in trasferta'' - ha affermato il leader storico del gruppo.

L'articolo parla di una refurtiva totale che si aggira intorno a 150.000 euro. ''E' ridicolo. Se davvero disponessimo di cifre del genere, con molto meno acquisteremmo un pulmino per spostarci e non continueremmo a prendere multe ai caselli perché spesso sprovvisti del contante necessario. Noi le trasferte ce le finanziamo per fatti nostri''.

Accuse pesanti da parte della carta stampata: realtà, complotto o pura e semplice strumentalizzazione mediatica? Se le accuse fossero davvero inventate, perché e da chi sarebbero state mosse? Il leader del gruppo ha una idea ben precisa. ''Spesso l'invidia può fare brutti scherzi. Un'accusa ben precisa e rivolta al momento giusto può essere raccolta ed elaborata ad hoc da qualsiasi cronista. Una sorta di invenzione giornalistica, ma stimolata da qualche testimonianza. Posso anche pensare che qualche frangia di tifosi bianconeri diversa dalla nostra possa avere sollevato certe accuse. Ripeto, spesso l'invidia e la gelosia possono portare anche a questo''. Invidia e gelosia i moventi più accreditati per le ingiurie rivolte al suo gruppo. L'intervistato crede anche in una seconda possibilità: ''A seguito di queste accuse, abbiamo parlato con alcuni membri del corpo della DIGOS che ci hanno confermato che da parte loro non è stata aperta alcuna indagine in merito. Nonostante ciò, possiamo altresì pensare che un membro del gruppo dei rapinatori, con l'intento di discolparsi in parte dalle accuse, possa aver dichiarato ai Carabinieri che le rapine servissero a finanziare il nostro movimento. E' una possibilità remota, peraltro probabile''.

Un altro importante elemento scagionerebbe il gruppo di supporter dalle accuse mosse nei loro confronti: ''Tutti i componenti del gruppo che fanno parte del direttivo devono necessariamente essere iscritti ad una lista che consegnamo settimanalmente alle autorità competenti e alla società. In nessuna di queste liste compare il nome di quei signori. Ripeto ancora, un anno e mezzo fa uno di loro frequentava il nostro gruppo e forse è davvero l'unico collegamento che abbiamo con queste persone. Sono pronto anche a scommettere che gli altri nomi non compaiono neanche tra i biglietti nominativi emessi dalla società e venduti al pubblico. Noi non siamo delinquenti. Andiamo tutti a lavorare per mantenere le nostre famiglie ed il calcio è per noi una passione che ci autofinanziamo. Durante la scorsa intervista realizzata con voi, neanche a farlo apposta, ho spiegato il modo in cui ''tiriamo avanti'' e quali difficoltà economiche dobbiamo affrontare in questi ultimi periodi. Siamo indignati e procederemo per vie legali perché venga redatta una smentita da parte degli organi di informazione che hanno pubblicato questa falsa notizia. E siamo pronti anche a querelare gli interessati. Su tutti i telegiornali nazionali il nostro simbolo è stato associato alle attività illegali compiute da dei delinquenti che non hanno nulla a che fare con noi, e la cosa francamente non ci sta per niente bene. La nostra immagine è stata danneggiata e la cosa potrebbe inficiare le nostre vite private. Io sono un consigliere comunale e questa accusa per me è stata un duro colpo. Noi siamo tutti lavoratori, e non criminali. E nel caso remoto che davvero qualcuno che segue la Juve commette qualche azione che va contro la lopegge durante la sua vita privata, sicuramente non è giusto che ne risponda il gruppo. Soprattutto se questo qualcuno, con noi, non ha nulla a che vedere..''

Fonte articolo: TuttoJuve
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