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scontri storici: Foggia-Pescara 79
18 Marzo 2003 - letto 21874 volte
"Le sfide storiche contro Foggia hanno sempre lasciato un segno, in particolare quella avvenuta nel 78/79 in campo neutro a Napoli, teatro di un incontro, l'ultimo della stagione, decisivo per le sorti del Pescara che doveva vincere a tutti i costi per salire in serie A, mentre il Foggia doveva ottenere lo stesso risultato per salvarsi. Come s'è capito,stiamo trattando sempre dell'anno 78/79, famoso per tanti motivi: è stato storico sia per la conquista della serie A, sia per il consolidamento della curva nord. Iniziamo col raccontare:" Eravamo ancora carichi per quello che era successo la domenica precedente, dove avevamo vinto in casa con la Pistoiese, mentre il Monza, nostro rivale nella lotta per la promozione, aveva incredibilmente perso in casa contro il Lecce e s'era fatto raggiungere da noi in classifica. Provate voi a immaginare la situazione: Pescara e Monza a pari punti e noi andavamo a giocare a Napoli contro un Foggia a cui servivano due punti per salvarsi, quindi era la gara da ultima spiaggia per entrambe. Le adesioni per la trasferta fioccavano ad un ritmo incredibile; giovedì sera abbiamo chiuso perché gli otto pullman a noi riservati erano stati riempiti. Altri due - tre erano stati organizzati dagli Ultras più i trentatre del Centro Coordinamento che, sommati al fiume di macchine private facevano la bellezza di ottomila tifosi al seguito. L'intera curva B del S.Paolo era stata riservata a noi e i biglietti erano stati tutti venduti. La domenica mattina mi svegliai alle 03:30 nonostante la partenza era stata fissata alle 08:00, tanta era la tensione mista alla certezza di viaggiare nel pullman più tosto, mai visto prima( e forse neanche dopo). Ci riuniamo al solito posto per recarci tutti insieme a Piazza Salotto dove c'erano i pullman ad aspettarci. Durante il tragitto incontriamo un cantiere in costruzione e con alcuni scatoloni che carichiamo un po' di "materiale". L'autista del nostro pullman alla vista degli scatoloni ce ne chiede il contenuto, la risposta di Marcantonio che ne portava uno a spalla fu immediata "non ti preoccupare, sono i biscotti per il viaggio", e giù risate a crepapelle. Siamo uno dei primi pullman a partire e l'ultimo ad arrivare, un viaggio un po' tribolato con parecchi stop e perquisizioni. Con noi viaggiavano due esponenti di spicco dei For Ever Ultras del Bologna, mentre a Napoli attendono molti ragazzi degli Ultra Roma, con il loro direttivo quasi completo. Arriviamo nel piazzale antistante la curva B del SanPaolo che è già una festa di colori biancazzurri, PESCARESI e ABRUZZESI dappertutto. In un centinaio, come sempre quando si tratta di trasferte di massa, ci mettiamo in disparte, si facilita l' azione in caso di problemi. Questa volta scegliamo di restare vicino ai nostri pullman. Sappiamo che arriverà un treno speciale di foggiani alla stazione dei Campi Flegrei, e il parcheggio autobus è proprio lì di fronte. Non aspettiamo molto, e i nostri due infiltrati dentro la stazione tornano di corsa," stanno arrivando!". Escono in corteo dalla stazione, saranno 2 mila circa. I primi ci vedono subito e in tre-quattrocento si staccano e vengono verso di noi. Giriamo subito dietro i pullman per andare verso il nostro a prendere i" biscotti", loro forse credono che stiamo scappando e si gasano. I primi ad arrivare al pullman sono " il postino" e il" cardinale", mentre Mefisto, che ha già capito tutto in anticipo( come cazzo farà!!!) è già lì. Riusciamo da dietro il pullman tutti con i "biscotti" in mano, i foggiani sono intanto arrivati a una ventina di metri, basta solo che ci vedano e il dietro- front è immediato, questa volta di corsa pure. Dovevamo essere proprio "brutti", visto che anche alcuni amici che accorrevano per partecipare alla "festa", vedendoci hanno poi confessato di aver loro stessi avuto paura, in un primo momento. Intanto si sono aperti i cancelli, e quindi facciamo il nostro ingresso in curva, tra le contestazioni e i mugugni del "civile" pubblico pescarese, che come al solito non apprezzo il nostro operato. Comunque il colpo d'occhio è fantastico: l'intera curva è coperta di bandiere biancazzurre, ottomila anime pronte ad esplodere al primo accenno di coro. Ci sistemiamo nella parte centrale in basso nel secondo anello, facendoci un po' di largo e sistemiamo lo striscione. Partono i primi cori, e sono boati, ci seguono tutti, i brividi mi salgono sulla pelle ancora oggi, al ripensarci, a 19 anni di distanza. Subito arrivano le forze dell'ordine che ci creano la prima grana: il teschio sullo striscione è ritenuto figura provocatoria e istigatrice alla violenza, e va coperto. Dopo un po' di battibecchi lo facciamo con una bandiera, dell' UNION JACK, simbolo dell'Hooliganismo d'oltremanica in quel periodo dilagante, e quindi di carattere molto più violento di un "innocuo" teschio, ma "loro" non lo sanno e quindi va bene così. Una ragazzino, con tanto di bandiera biancazzurra, salta improvvisamente in campo e va dritto sotto la curva dei pugliesi, ci resta un bel po' a sventolargliela sotto il naso. La provocazione è partita: dopo un po' i foggiani che saltano con bandiere sono in quattro e vengono verso di noi. In una decina ci apprestiamo ad andare loro incontro in campo, ma giù al primo anello, vicino al fossato c'è Mefisto che ci blocca. "Uè, Mefo, ma che cazzo fai?!!", "perché?" , "perché deve essere una festa per tutti e non solo per voi", la sua risposta secca. Pensiamo se ne sia uscito di testa e torniamo su sconsolati, lui si mette sulla balaustra e con il megafono impartisce l'ordine: "aspettate, non tirate niente, fateli avvicinare, sola al mio via, giù tutto, prima applauditeli". Intanto i "quattro" hanno varcato la linea di centrocampo e parte dalla curva intera un applauso di incoraggiamento, loro si gasano a più non posso, e spregiudicatamente, arrivano fin sotto di noi. Parte il via del Menfo, e sui malcapitati si abbatte una pioggia fitta di pietre, bulloni, bottiglie, lattine etc. con il contorno di una cinquantina di razzi esplosi dai nostri lanciarazzi, per un momento il cielo e il sole erano oscurati, tanto era fitto il lancio. I " quattro " se ne vanno via malconci e bastonati moralmente, il Menfo ha avuto ragione ancora una volta(... che rabbia!!!), le forze dell'ordine sbraitano e ci minacciano, ma più di tanto non possono fare, appena tentano di bloccare uno di noi, una muraglia umana glielo impedisce. Intanto è iniziata la partita, il nostro tifo è infernale, mai visto prima, per un pomeriggio tutti i tifosi PESCARESI presenti si sono trasformati in ULTRA' e i boati che partono dalla curva B fanno tremare le strutture dello stadio. Incomincio a capirci qualcosa della partita, preso come sono dall'organizzazione del tifo e dai diversi con la "Madama", che siamo già sull'1-1, mentre il Monza ovviamente, sta vincendo a Pistoia, e la disperazione comincia a serpeggiare lungo i gradini della curva. Punizione dal limite per noi, Bruno Nobili sulla palla, è uno specialista, ne ha fatti tanti di gol così, e questa è una occasione troppo importante "dai, Bruno, non puoi sbagliare"; mi raccolgo quasi in preghiera. Parte il tiro, sono momenti veloci ma interminabili. La palla si va ad infilare tra palo e Petrovich. E' GOOOL!!!E' FATTA!!! Scoppia l'inferno, quando finisco di esultare dopo tre o quattro minuti di seguito, mi giro intorno e ... non c'è più nessuno alla mia destra, il "Cinese " e semisvenuto, alla mia sinistra" Bomboletta" è accasciato sui gradini in preda ad una crisi di pianto. Il tempo di ristabilire la calma e inizia la festa che durerà fino al lunedì successivo, dopo lo spareggio con il Monza. Solo noi più il " irriducibili" ci accorgiamo che i poveri foggiani stanno mestamente sfollando, e gli lanciamo un ultimo secco messaggio, scritto al momento, in fretta su uno striscione di fortuna: "sì, andate che meglio". Sulla via del ritorno il clima è da carnevale di Rio, non mancano però alcuni "screzi" con i napoletani, che non si capisce cosa vanno trovando.
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