Roma-Leverkusen, i tifosi non entrano: "No alle nuove barriere in curva"
05 Novembre 2015 - letto 1894 volte
Gli ultrà giallorossi hanno deciso: contro le nuove barriere e la divisione in due parti del settore più caldo della tifoseria sarà protesta a oltranza. D'altronde l'ultimo comunicato della Sud, pubblicato dopo la diffusione di alcuni documenti firmati in estate in prefettura alla presenza di Roma e Lazio, parla chiaro: "Collusi e complici mai!". A disporre le modifiche strutturali, per ragioni di sicurezza, è stato il Prefetto capitolino Franco Gabrielli.
"Questa sera - spiega L. Z., abbonato in curva da più di 10 anni - non entriamo perché la società non si sta muovendo per i suoi tifosi. La nostra assenza non farà cambiare idea al prefetto Gabrielli. Anzi, lui sarà anche più contento. A questo punto non entriamo per far lanciare un segnale al presidente Pallotta". Se al tifoso si chiede cosa farà il prossimo anno se la situazione non dovesse cambiare, il tono della sua voce si fa più triste: "Quest'anno la gente è rimasta fregata. Ha fatto l'abbonamento, ma non lo rinnoverà se non cambierà nulla. Ci andranno altre persone, ma non ci saranno più i tifosi che fanno i cori, che animano la Sud. E poi vogliamo parlare della storia del Daspo a chi non rispetta il proprio posto? Meglio stare a casa".
Sul divano, anche quando l'arbitro fischierà d'inizio della stracittadina di domenica pomeriggio, la partita più attesa: "Una cosa bruttissima, il derby da casa per il tifoso è un'ammazzata. Non lo facciamo con piacere. Stiamo lontani dalla squadra, come lo saranno anche i laziali. Ma poi, vorrei capire una cosa - conclude L. Z. - è solo il tifo di Roma e Lazio a essere cattivo? Alle altre squadre non hanno diviso le curve. Ci sono le telecamere, gli striscioni che non devono entrare vengono eliminati al filtraggio. Così, invece, è esasperante. Scontri con la polizia? Non penso che ci succederà nulla domenica. Le guardie ci sono sempre state sotto la curva, ma in questo caso il problema è il prefetto. E la società".
Ed è proprio alla proprietà a stelle e strisce e a James Pallotta (presidente con cui gli ultrà hanno avuto più di una frizione) che è indirizzato l'ultimo comunicato firmato dalla Sud: "La As Roma sapeva e non ha mai tutelato i suoi tifosi, tacendo sulle barriere, sui posti cambiati e sui posti che non sarebbero più esistiti; posti comunque venduti in abbonamento facendo cassa prima ancora della fine dello scorso campionato, ma non rimborsabili. L'abbiamo detto forte chiaro e lo ribadiamo che attendiamo una vera presa di posizione da parte della società a favore della sua gente e non quella farsa a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi. Se questo è il meglio che l'As Roma riesce a fare per tutelare i propri tifosi, allora non rimane altro che attendere che il presidente mantenga almeno una delle tante promesse fatte. C'mon James ti vogliamo in Curva Sud con bandierina e cartello in mano al derby! Nessuno può comprarci perché noi non siamo in vendita".
Per Lorenzo Contucci, avvocato penalista esperto in legislazione antiviolenza, legale che ha curato ricorsi e appelli per decine di tifosi e supporter della Roma, lo sciopero del tifo è legato "al venire meno delle condizioni minime di civiltà. Quando si entra allo stadio viene chiesto di togliersi le scarpe, si rischia un Daspo ogni cinque secondi. Così non è più un divertimento andare all'Olimpico. Il tifoso non paga per subire soprusi. Allora mi chiedo: fino a quando dovremo assistere a uno stadio semivuoto per provvedimenti che vengono presi solo a Roma e che poco hanno a che fare con l'ordine pubblico?".
Intanto, poco prima del calcio d'inizio, circa 100 tifosi del Bayer Leverkusen, segnalati dagli Spotter tedeschi, sono stati individuati in centro. Fermati ed accompagnati nel punto di raccolta in piazzale delle Canestre,sono stati tutti identificati, controllati e accompagnati a bordo di pullman all'interno dello stadio Olimpico. La decisione di trasferirli fuori del centro storico cittadino è stata presa d'intesa con la polizia tedesca per evitare tensioni.
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