Riportiamo l'Alessandria ad alti livelli
22 Giugno 2005 - letto 1084 volte RIPORTIAMO L'ALESSANDRIA AD ALTI LIVELLI. LA STORIA DELLA SALVEZZA SOCIETARIA (CORSERA .IT / 100CITTA') 24 Maggio 2005 Orgoglio Grigio, preso atto dellacquisizione del marchio e del raggiunto accordo per lacquisizione della società U.S. Alessandria 1912 da parte del dott. Gianni Bianchi, gli esprime il proprio ringraziamento per gli obiettivi raggiunti che coincidono con quelli prefissati dallAssociazione stessa sin dalla propria costituzione. Orgoglio Grigio auspica fortemente che tutte le forze imprenditoriali alessandrine che hanno dimostrato interesse per il sodalizio grigio, si uniscano a formare un gruppo forte, economicamente solido, compatto e motivato che garantisca allAlessandria calcio un lungo futuro degno del proprio blasone. 5 Aprile 2005 Il marchio dei Grigi ? Non è un dettaglio. Ad Alessandria, lAlessandria (intesa come società e squadra di calcio) è una cosa seria. Si sbaglia chi considera quei tifosi, che hanno così a cuore il marchio dei Grigi, un gruppo di integralisti del calcio, che vogliono disertare la curva nord come diversivo domenicale. Si sbaglia, perché i Grigi in riva al Tanaro non sono soltanto una squadra di pallone e chi ha i Grigi nel cuore questa cosa non solo la sa, ma se la sente dentro. In una città dove, diciamolo pure, cè davvero poco; dove si parla di noi per unalluvione o per un episodio di cronaca nera, il calcio da sempre ha rappresentato svago e cultura. Cuore e anima. Essere dei Grigi significa fare una scelta ben precisa: soffrire. Tifare per lAlessandria significa lottare contro i mulini a vento, con la soddisfazione e lonore di riuscire pure a vincere, qualche volta. LAlessandria è soltanto lUnione Sportiva, senza date (1912) e senza altre parole (calcio): perché quando si dice lAlessandria è già sottointeso che è quella del calcio. Rimanere senza i Grigi, quelli veri, per noi è come rimanere senza famiglia. Andare al Moccagatta ed assistere ad una gara di unAlessandria che non è quella autentica, perché il marchio è altrove, è come tornare a casa e ritrovarsi una famiglia che non è la nostra. Che brutta sensazione, caro Francesco Sangiovanni. Sentirci raccontare che sul marchio è tutto a posto è come se qualcuno, di fronte alle nostre disperate richieste di riavere la nostra famiglia, ci raccontasse che potremmo tranquillamente affezionarci anche a questi nuovi papà e mamma. Ad Alessandria i Grigi sono un mito, come Topolino o il Carosello in TV. Unentità che non si può sostituire: magari può morire (vedi il fallimento del 2003) ma non si (sc)cambia. I Grigi, da quasi un secolo, appassionano, fanno sognare e soffrire una massa eterogenea di persone; grandi e piccini, uomini e donne, comunisti e camerati, juventini e granata, rossoneri, interisti, genoani e atei del grande calcio. I Grigi, per molti, sono stati unancora di salvezza dalla solitudine, dalloblio di una città con il broncio, che si rifugia nelle discoteche, perdendosi per strada chi è meno fedele alla linea della convenzione e delle mode. Lamore per la squadra di calcio è anche lamore per Alessandria. Una città con il broncio, appunto, che troppe volte ha dovuto contare solo sui Grigi per sorridere. Una città che organizza fiere, banchetti, concerti, centauri e botti di capodanno per distrarsi. Ma basta una notte di caroselli per una promozione in serie C1 per diventare più bella, come una signora daltri tempi, che con un tocco di cipria e una timida sistemata ai capelli, ritrova lo splendore di trentanni prima. A molti di noi lAlessandria ha regalato litri di adrenalina e batticuore, attesa e passione. Solo chi tifa davvero per lAlessandria può capire la sensazione per qualcosa che ad un tratto non sono più i Grigi e non lo sono mai stati. Che amarezza, caro Francesco Sangiovanni. E cari voi, che considerate quelli che vogliono disertare la curva nord come ad un manipolo di piantagrane. Limportanza dei Grigi per Alessandria la conoscevano bene anche quegli austeri signori, che più di ottantanni fa passarono notti a discutere sulla possibilità di fondere insieme lAlessandria FBC e lUnione Sportiva. Come antichi alchimisti. Era gente troppo seria per perdere del tempo con discorsi sul calcio? Era gente seria, che conosceva bene limportanza della squadra di football per gli alessandrini e per Alessandria. E anche il football ha simboli e segni di riconoscimento, che non possono essere sostituiti o camuffati. Un marchio indelebile, appunto. Un marchio. (Fabio Buffa - Valenza.it) http://www.corsera.it/modules.php?name=News&file=article&sid=20040409157968 Fonte: corsera.it Notizie correlate Alessandria
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