Marco Apicella, tifoso della Salernitana di Ravello, lo scorso 11 dicembre è stato assolto dal tribunale di Arezzo, dai tre capi dimputazione ascrittagli per i noti fatti di Arezzo del 14 maggio 2005. Lancio di sassi contro la Polizia, violenza contro le forze dellordine e lesione personale aggravata ad un funzionario di Polizia: queste le accuse mosse dal Commissario della Questura di Firenze, Liberatori, contro lallora diciottenne costiero. Le prime immediate pene che Apicella dovette scontare furono: arresti domiciliari e obbligo di dimora presso il proprio comune con libertà di tre ore al giorno e con obbligo di firma giornaliera. Per di più un ulteriore obbligo di firma presso la questura di Salerno, in occasione delle partite della Salernitana e successivamente presso la Stazione dei Carabinieri di Maiori, in seguito alla diffida di tre anni a frequentare luoghi ove si svolgessero manifestazioni sportive, sia locali che nazionali ed internazionali.
Poiché venne ingiustamente accusato, Apicella ritenne di difendersi, facendo causa al Commissario della Polizia di Stato. Il giovane Ultra si recò nel centro toscano provvisto di regolare tagliando per assistere in trasferta la squadra del cuore.
Durante gli scontri tra Polizia e Ultras, persino un ispettore della Digos di Salerno, Enrico Valese, fu caricato, pestato e manganellato dai colleghi di Arezzo, riportando la frattura di un arto. Questi, citato come teste, ha reso una valida testimonianza dellaccaduto, offrendo un vitale contributo per la chiarezza dei fatti.
Dopo alcune udienze con più deposizioni e prove (oltre al cambio di giudice Barlucchi prima e Borraccia poi), Marco Apicella è giunto ad avere l assoluzione piena di tutti e tre i capi d imputazione. Finalmente giustizia è stata fatta - sospira Apicella -.E stato terribile stare lontano dalla Salernitana, specie in uno dei periodi più difficili della sua storia. Ma è stato soprattutto difficile aver ricevuto accuse per non aver commesso nessuno dei tre reati attribuitimi! Ho attraversato momenti difficili, ma non ho mai smesso di lottare per dimostrare la mia innocenza. Oggi Marco Apicella è un ragazzo rinato che crede nella giustizia. Probabilmente domenica sarà a Manfredonia (burocrazia permettendo), per tornare a sostenere quei colori per i quali ha tanto e ingiustamente sofferto.
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