Piazza Miglianelli era intrisa di urina e di birra. Non ci furono solo, qualche ora prima, i danni imperdonabili alla Barcaccia del Bernini in piazza di Spagna. Gli hooligan olandesi, intrisi d’alcol come spugne umane, misero in atto, coscienti o meno, uno scempio ben più allargato e repellente. A testimoniarlo l’altro giorno davanti alla quinta sezione penale del tribunale di Roma, è stato un gruppo di agenti che il 19 febbraio 2015 ebbe la sventura di doversi occupare dell’ordine pubblico per una partita di calcio (Roma-Feyenoord, appunto, 1-1 il risultato).

Un evento annunciato come ad alto rischio proprio per la pessima reputazione dei ‘barbari’ dei Paesi Bassi. Ventidue furono gli arresti dopo quell’assurda giornata. Otto tifosi del Feyenoord patteggiarono sei mesi di carcere convertiti in 45mila euro di multa a testa. Nessuno dei sei tifosi ancor oggi imputati (per resistenza e oltraggio aggravati a pubblico ufficiale) si è presentato in aula l’altro giorno. Ma non ci furono solo birra e piscio, al punto che in piazza Miglianelli “c’era anche il pericolo di finire per terra”. Dalle testimonianze è emerso che i tifosi, come del resto era stato sottolineato nelle relazioni di servizio al momento degli scontri, non solo lanciarono bottiglie di birra vuote, vendute nonostante ci fosse stato uno specifico divieto da parte del sindaco, ma attaccarono anche le forze dell’ordine con calci e pugni.

Lancio di bottiglie di vetro. I poliziotti, alcuni dei quali parti lese e altri operanti, hanno raccontato ai giudici che alle ore “13 eravamo dislocati” nella piazza “nell’imminenza dell’incontro di calcio. Alle 16 arrivò l’ordine di far spostare i tifosi, che si erano radunati in piazza di Spagna, verso piazzale delle Canestre per poi spingerli verso lo stadio Olimpico. A questo punto cominciarono i lanci di bottiglie di vetro vuote, di fumogeni e di petardi”, raccontano gli agenti.