Perugia - Venezia: 2-1. Ma il miracolo vogliono farlo i tifosi con una iniziativa di solidarietà
23 Ottobre 1999 - letto 570 volte Era iniziata benissimo per il Venezia di Spalletti, talmente bene che la pioggia battente sembrava dare decisamente una mano agli arancioneroverdi. Il rigore ribattuto da Pagotto trovava ancora Maniero pronto ad infilare la palla nella rete, proprio al 9° del primo tempo, in contemporanea con il violento incedere del temporale che non avrebbe più lasciato il "Renato Curi". I seguenti acciacchi di Rapajc (sostituito da Amoruso) e di Tedesco (rilevato da Bisoli) sembravano dover essere i messaggi propiziatori che Venezia attendeva da una vita, non avendo mai vinto sul campo del Perugia. E quando alla fine del primo tempo, Giove Pluvio non la mandava più a catinelle, ma a terribili secchiate, tutto lasciava presupporre a due sole vie d'uscita: o la sospensione della gara (peraltro invocata da Spalletti....alla fine della partita) o un secondo tempo da condurre in porto con le pinne, fucile ed occhiali. Ovvio che in gondola, tutto sarebbe stato più semplice. Invece succedeva tutt'altra cosa: il Perugia rientrava "in vasca" deciso, concentrato, bellicoso, armato di quel cuore che i tifosi avevano preso ad invocare sin dal 9° del primo tempo. Trovava la via della rete prima con Amoruso, poi ancora con Amoruso, dopo un tiro di Nakata a seguito di una progressione di Melli, conducendo in porto una vittoria pesantissima in chiave salvezza. E ci è voluta anche la fortuna, quando Pagotto sul finire scivolava sul fondo della piscina lasciando che Maniero tirasse a porta vuota, senza fare i conti col "palombaro" Materazzi, pronto a respingere sulla linea di porta. Per quello che riguarda la partita, in senso prettamente tecnico, quella non c'è stata! Tali e tante le avversità ambientali che parlare di schemi ripartenze e tattiche sarebbe solo uno spreco di energia. Ed è proprio per questo che alla fine ha vinto la squadra che maggiormente voleva la vittoria. Il solito Mazzone, in sala stampa, andava a divertire gli esigenti giornalisti locali che chiedevano "a quando una vittoria esterna": "Vabbè, se il perugia vince in casa e vince anche fuori, vorrà dire che le sette sorelle sono diventate otto!". Il tutto per sdrammatizzare una partita nata male che poteva finire peggio: aggiunge Mazzone: "certe partite in genere è difficile riuscire a pareggiarle, figurarsi a vincerle...". E mentre il Perugia incamerava 3 punti soffertissimi, gli inviati giapponesi (la partita era trasmessa in diretta, in Giappone)se ne andavano con una ulteriore certezza: Nakata. Il duello a distanza vinto con Nanami, non è stato tanto nell'espressione finale del risultato, quanto nel diverso approccio dei due nipponici alla gara: di fronte ad un Nakata ormai leader della propria squadra e disposto a farsi sentire ovunque nel campo, si è trovato un Nanami un pò spaesato, confuso. Ma una cosa è certa: non era quello il campo per misurare dei talenti. E mentre il Perugia si prepara al derby di ritorno con la Ternana (all'andata 2-1 per i biancorossi)e alla successiva trasferta di Lecce, c'è da segnalare il bel gesto della Curva Nord nei confronti di uno sfortunato ragazzo (peraltro non un ultrà) rimasto in stato quasi vegetativo a causa di un banale incidente: prima della gara, i gruppi della Curva hanno steso uno striscione di incoraggiamento ed hanno gridato il suo nome. Quelle immagini, insieme ad un videomessaggio di alcuni calciatori del Perugia, andranno a formare una videocassetta, nella speranza che divenga la "scossa" decisiva per il recupero del giovane. Se prima di oggi, "le voci" dei calciatori avevano in alcuni casi fatto un "miracolo", la gente della Nord ha aperto una nuova strada alla civiltà e alla solidarietà da stadio: di questi tempi non è poco. Non resta che applaudire. Notizie correlate Perugia
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