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Parma umiliato ad Ascoli. I tifosi lasciano lo stadio per protesta
03 Ottobre 2005 - letto 1876 volte
Un’altra umiliazione, la terza consecutiva, soprattutto per i circa cento tifosi gialloblù che si sono sobbarcati 400 km per assistere ad uno spettacolo brutto, indecente limiti della sopportazione, tant’è che a 10 minuti dalla fine hanno raccolto i propri striscioni e abbandonato anzitempo lo stadio “Del Duca”. Il Parma esce con le ossa rotte dalla trasferta di Ascoli, dopo aver assaporato l’illusione del vantaggio con Pisanu e dopo che l’arbitro Preschern ha annullato, su segnalazione del guardalinee, un gol regolare a Corradi (fuorigioco inesistente) che probabilmente avrebbe messo il definitivo sigillo ad una vittoria comunque immeritata. Immeritata perché la squadra di Beretta non è mai stata in partita, ha concesso i fianchi ad un avversario tecnicamente modesto,ma che ha avuto il merito di correre per 90 minuti. Un Parma imbarazzante, senza carattere, incapace di fare quattro passaggi di fila, senza idee e con l’atteggiamento approssimativo di chi sta giocando una partita del torneo dell’oratorio.

Beretta non ha particolari colpe,anche perché negli ultimi mesi sulla panchina del Parma si sono alternati tre diversi allenatori (Baldini, Carmignani e Beretta) e il risultato è sempre lo stesso. Questa volta è giusto che le colpe se le addossino tutte i giocatori e diano spiegazioni, perché quello visto ieri non è calcio, ma un suicido sistematico, considerando che in tre trasferte il Parma ha raccolto zero punti e ha subito la bellezza di 8 reti. Un trend negativo molto simile a quello della passata stagione.
La partita:Beretta si affida al solito 4-4-1-1 con Morfeo dietro l’unica
punta Corradi. La novità è l’esordio dal primo minuto di Fernando Couto al centro della difesa in coppia con Contini. Pisanu e Bresciano si occupano delle
corsie laterali e Bonera è regolarmente in campo, sebbene soffra di tendinite.
Il ballottaggio della vigilia Grella-Bolano lo vince l’australiano. Giampaolo, sul fronte opposto, rispetta le anticipazioni della vigilia, schierando un Ascoli secondo il classico 4-4-2 con Bjelanovic e Quagliarella in attacco. L’unica novità è Comotto nel quartetto difensivo. I marchigiani corrono, pressano a tutto campo e sfruttano le fasce con impressionante sistematicità, cosa che il Parma non fa per tutta la partita. La squadra bianconera, infatti,ha più benzina in corpo rispetto ai gialloblù che, come spesso accade lontano dal Tardini,
subisce l’iniziativa dell’avversario e a centrocampo non ha idee. Il solito Parma formato trasferta, insomma. Pressappochista in copertura e senza grinta, dove
Bresciano e Pisanu si alternano senza grandi risultasti. Il motore dei crociati sembra avere meno cavalli rispetto a quello dei marchigiani. Beretta si agita e si sgola a lungo, ma i suoi sembrano non sentire, come una squadra allo sbando.
Eppure la partita inizia bene per il Parma che al 19’ passa in vantaggio al primo affondo: numero di Morfeo al limite dell’area, assist per Pisanu che al volo di esterno destro tira una rasoiata che si infila sul primo palo. 4 minuti dopo viene
annullato un gol regolare a Corradi per un fuorigioco inesistente, dato che l’attaccante senese era tenuto in gioco da Tosto. Poteva essere il colpo del definitivo ko. Da questo momento in poi il Parma spegne la luce e sprofonda. L’Ascoli va a nozze e affonda i propri colpi come un coltello nel burro. Al 28’ Foggia serve un preciso pallonetto pr Bjelanovic che si infila tra Couto e Bonera e di testa pareggia. Passano appena 4 minuti e Foggia, un’autentica spina nel fianco della difesa crociata (per informazioni chiedere a Pasquale), percorre 20 metri palla al piede in mezzo al deserto,arriva al limite e con un potente bolide a filo d’erba segna il 2-1. Allo scadere Lupatelli evita il peggio,deviando in angolo
un diagonale di Ficini sul primo palo. L’Ascoli cala nella ripresa, sebbene le amnesie difensive del reparto arretrato del Parma tengano sempre in apprensione Lupatelli.
Couto è lento e prevedibile (inspiegabile il suo utilizzo), mentre Bonera è la brutta copia del giocatore che conosciamo. A centrocampo gli innesti di Savi e Cigarini non cambiano volto alla partita, anzi aggravano la situazione, sebbene
i due ragazzini ci mettano tanta buona volontà. Il secondo tempo, quindi, è un
calvario che si materializza al 32’ quando un cross di Tosto umilia ancora una volta Couto e soci: Bjelanovic, infatti, raccoglie il cross e di testa e infila il 3-1.La reazione del Parma è tutta racchiusa nella banalità e nell’incomprensibile
ingenuità di Morfeo (poco prima aveva colpito un palo su punizione dopo deviazione della barriera) che con una gomitata colpisce al volto Parola e viene
espulso. Finisce così, con i marchigiani che fanno melina e con il Parma che esce dal campo a testa bassa e senza alibi, svergognato da un avversario che non è certo la Juventus.

Antonio Boellis
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