Ci voleva forse un sondaggio della FIGC per capire che lo svuotamento degli stadi in Italia, in serie A come in B, è da imputare al caro biglietti, alle nuove norme antiviolenza sempre più repressive e all’influenza della televisioni?
In tempi non sospetti, prima di insigni giornalisti e presidenti di società spaventati, abbiamo affrontato l’argomento e cominciato a denunciare questo sistema, troppo attento ai soldi e al business e che vuole relegare sempre più il tifoso a mero spettatore passivo seduto in poltrona.

Con la coreografia che abbiamo preparato per la gara con l’Atalanta puntiamo il dito proprio contro il caro biglietto.
Nonostante le società prendano fior di milioni dalla vendita dei diritti tv applicano infatti prezzi esorbitanti anche nei cosiddetti settori popolari. Il caro biglietto è sentito molto dal popolo dei sostenitori, da chi allo stadio viene in famiglia, da chi non salta neanche una partita e soprattutto da chi si accolla questi costi anche in trasferta.

Ecco perché oggi mettiamo in evidenza le incongruenze che ci sono nei settori ospiti della serie B. Prezzi che cambiano a secondo dell’importanza del match, prezzi diversi tra la curva casalinga e il settore ospiti, senza dimenticare quella odiosa tassa chiamata diritto di prevendita che grava sul prezzo del biglietto quando è venduto tramite agenzie come la Ticket One o la Lottomatica. Il tifoso paga anche quella senza che in cambio abbia niente.

Questa nostra ennesima protesta forse non basterà per far cambiare le cose, ma voi che state nelle stanze dei bottoni, poi non vi lamentate, noi vi abbiamo avvertito da tempo: con gli stadi vuoti il calcio muore!

NO AL CARO BIGLIETTO!

Ultras

Fonte: arezzonotizie.it