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Napoli: Sensazioni dolorifiche
01 Ottobre 2007 - letto 2515 volte
I napoletani, questi tifosi pericolosi e violenti!
Il giudice sportivo Tosel ha deciso che la nostra tifoseria, notoriamente composta da soli teppisti e criminali, merita una punizione esemplare. Dovrà privarsi di uno spettacolo che in Italia non ha eguali, ossia il gemellaggio tra Genoa e Napoli. Un atto di pace e fratellanza sportiva che avrebbe rilanciato l’immagine del calcio italiano, troppe volte vituperato e sbeffeggiato dai media internazionali. Un gesto simbolico ma profondo, che affonda le sue radici nel lontano 1982, e che avrebbe potuto spazzare via molti luoghi comuni su Napoli e i suoi tifosi.
Tosel. Lo stesso giudice sportivo che consente le trasferte a decine di “gentlemen” laziali, armati in stile Rambo (un campionario di asce, mannaie, accette, pugnali e tanti altri gadget, che fanno parte del “kit del perfetto tifoso da trasferta”). Lo stesso giudice sportivo che non ha squalificato il “Granillo” di Reggio Calabria dopo un abbondante lancio di oggetti in campo da parte dei tifosi calabresi in Reggina – Roma. Lo stesso giudice sportivo che non ha sanzionato lo stadio torinese per via di quel famoso petardo che ha fatto il giro di tutte le tv. Lo stesso giudice sportivo che, verosimilmente, non prenderà alcun provvedimento nei confronti dell’Olimpico di Roma nonostante l’accoltellamento dei due fratelli interisti, i petardi, i fumogeni e la bomba carta sulla testa del povero steward. Lo stesso giudice sportivo che per un vasetto di yogurt impedisce a 50.000 tra napoletani e genoani di far festa insieme.

Il vittimismo mi ha sempre dato fastidio. L’autocritica è alla base della convivenza pacifica tra gli esseri umani. Ragion per cui, non penso ad un accanimento giudiziario (espressione che ha sempre suscitato in me grasse risate), ma soltanto ad una non uniformità di giudizio. Sono il primo a riconoscere le pecche di casa nostra. Condanno senza possibilità d’appello l’imbecille che ha colpito il guardalinee durante Napoli – Livorno; condanno anche l’immobilismo della Società Sportiva Calcio Napoli, che sa garantire i diritti dei tifosi onesti soltanto a chiacchiere. Basti pensare che i bagarini agiscono ancora alla luce del sole e sotto gli occhi delle Forze dell’Ordine; il viavai di gente che scavalca dalla curva b per entrare dei distinti non conosce alcun freno; gli steward sugli spalti (che potrebbero evitare alla società di dover spendere centinaia di migliaia di euro ogni anno in multe) sono un vero e proprio miraggio. De Laurentiis fa bene a parlare di calcio virtuale e di Cina, ma dovrebbe prima pensare alle cose concrete: far sì che la parte buona del tifo, quella che ogni anno paga profumatamente per assistere alle partite del Napoli, sia tutelata e rispettata.
Detto questo, non posso comunque fare a meno di notare come tutte le volte che c’è da prendere un provvedimento esemplare, la tifoseria napoletana sia sempre la prescelta. Nonostante le fastidiosissime carenze organizzative del Calcio Napoli, continuo a pensare che Tosel abbia commesso un grave errore. Non è possibile, infatti, far passare l’idea che gli unici “cattivi” siano soltanto i tifosi napoletani, mentre invece ogni domenica sugli altri campi se ne vedono di cotte e di crude. Se si deve pagare, è giusto che lo facciano tutti, senza alcuna distinzione di tifo. I pessimi esempi sono ovunque, non solo a Napoli.
Adesso che ci penso, mi è venuta un’idea. Ribaltiamola questa frittata. Vorrei consigliare ai napoletani di non andare più in trasferta. Ma non per via del veto di Tosel, figuriamoci. Semplicemente per tutelare la propria incolumità fisica, visto che ogni domenica in tutti gli stadi d’Italia succede sempre qualcosa. A proposito: le televisioni e i giornali ogni tanto ne parlano?
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