MONZA – Visto il delicato momento della squadra, sabato mattina una delegazione di ultras monzesi ha chiesto a tutti i giocatori di parlare qualche minuto prima della partenza per la trasferta di Arezzo. Terminata la seduta di rifinitura, tutta la rosa ha partecipato al confronto. Da una parte Castorina e compagni in piedi sulla tribunetta del Monzello, dall’altra i tifosi, quelli che ogni domenica, da anni, si sobbarcano migliaia di chilometri a seguire le gesta, non sempre eccelse, della compagine brianzola. “In passato siamo andati in tutti gli stadi italiani, da Trieste ad Acireale, da Napoli a Torre Annunziata, orgogliosi di portare in giro per la Penisola i nostri colori” ha esordito un esponente della Curva Pieri “ma vedere quest’anno alcuni giocatori di voi che non corrono e che non danno il massimo impegno, ci appare un insulto, un oltraggio alla gloriosa maglia biancorossa”. Così, mentre i neoarrivati scorrevano le foto delle trasferte dei Sab, Castorina, da buon capitano rispondeva ai supporters: “Avete ragione a contestarci, ma noi abbiamo bisogno del vostro supporto. Vedrete che appena otterremo un risultato positivo ci tireremo fuori da questa situazione. Non crediate che a noi faccia piacere retrocedere in serie C2: d’altronde, se non dovessimo salvarci, noi giocatori ci rimetteremmo in soldi, prestigio e qualcuno di noi sicuramente appenderà le scarpette al chiodo”. Al termine del confronto tifosi e squadra hanno trovato un compromesso: “Noi vi sosterremo per i prossimi cinque spareggi-salvezza, voi però ci dovete promettere il 101% delle vostre forze e dopo la partita contro l’AlbinoLeffe tireremo le somme” il patto tra ultras e giocatori. “Ben venga l’unione, vogliamo regalarvi finalmente qualcosa di importante” ha concluso capitan Castorina. “E poi a fine anno, se doveste raggiungere la salvezza, organizzeremo la classica partita tra tifosi e giocatori” il commento finale di un tifoso. La pace è tornata, ma quanto durerà?

Stefano Peduzzi
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