MANTOVA-CREMONESE: DIRETTIVO CURVA TE
18 Aprile 2001 - letto 3421 volte Questo é il comunicato della Curva TE in merito alla Partita Mantova-Cremonese Le lettere pro e contro il nostro gruppo si sono sprecate ,le parole pure, adesso crediamo sia giunto il momento di esprimere il nostro giudizio che , forse con un poco di presunzione , è quello più importante in quanto i fatti di domenica li abbiamo vissuti in prima persona. La partita Mantova- Cremonese per noi è cominciata una settimana prima e non come per la maggior parte del pubblico alle 16 di domenica. E’ stata una settimana di riunioni ,quasi giornaliere, in questura, con i funzionari di polizia per cercare un rapporto di collaborazione a dimostrare la volontà ,di questo direttivo, di prevenire forme di tifo esasperato e aggressivo; siamo stati protagonisti di un incontro con la società che ci ha invitato ad una domenica di tranquillità per evitare il rischio di una squalifica del campo. Crediamo di essere riusciti nella realizzazione di questo progetto. Domenica, in curva Te erano presenti 1000/1200 ragazzi che per novanta minuti hanno incitato la propria squadra con una coreografia ed un entusiasmo difficilmente riscontrabile sui campi di serie C. Di questi 1000 ragazzi qualcuno ,al termine della gara, ha pensato di avvicinarsi ai tifosi ospiti lanciando qualche sasso ; stiamo parlando dell’opera di 40/50 persone equivalente al 4% delle persone presenti domenica. Il gruppo non si è mosso, la maggior parte ha pensato bene di raccogliere striscioni ed andarsene a casa; questo è il successo dell’operazione di domenica e nessuno si è degnato di rimarcarlo. Chiediamo ,e se tutti fossero usciti? Abbiamo letto articoli e commenti , abbiamo visto servizi fotografici di incidenti ,di corriere distrutte, di strade piene di vetri e sassi. Nessuno si è degnato di rimarcare la splendida passione che ha accompagnato la squadra per novanta minuti; tutti alla ricerca della notizia da prima pagina , del servizio fotografico significativo. Forse è più importante la foto di un ventenne massacrato di manganellate con la testa sanguinante che la foto di 1200 ragazzi colorati di biancorosso che hanno incitato la propria squadra durante un partita senza speranza. Il ragazzo in questione è ora ricoverato nel reparto di neurologia dell’ospedale cittadino ,con un trauma cranico e due denti rotti. Purtroppo ,per i soliti benpensanti e per gli ottusi ci sono immagini televisive andate in onda su alcune televisioni private che testimoniano un andamento dei fatti diverso dalla vox populi che ci ha riempito di insulti e manganellate morali. Non vogliamo passare per angeli o figure religiose di qualche altro tipo, ci assumiamo ,come abbiamo sempre fatto tutte le responsabilità; in passato le diffide, gli arresti e le denunce, non sempre giuste, ce le siamo prese senza battere ciglio; chi domenica è uscito ne paga le conseguenze ,anche se esistono altri modi di bloccare chi a braccia alzate si consegna agli agenti perché certe botte non si davano neanche alle bestie che nelle nostre campagne non tiravano l’aratro. Le forze dell’ordine hanno il compito di prevenire e bloccare i violenti ma non il diritto di spaccare il cranio a chi ha commesso come unico reato quello di avere un cappuccio in testa e un paio d’occhiali con la montatura argentata. Siamo convinti che la giustizia ordinaria illustrerà i fatti nella maniera più chiara ed attinente alla realtà individuando i responsabili di eventuali incidenti ,ma anche punendo chi non ha svolto il proprio compito di addetto al servizio d’ordine in modo idoneo perché chi si mette un casco blu in testa, un foulard nero per mascherarsi non ha ancora acquisito il diritto di assalire una persona e mandarla in neurologia; i colpevoli o i delinquenti si ammanettano e si portano in cella. Il rammarico che ci rimane, dopo i fatti di domenica è per la mancanza di riconoscenza, da parte di tutti , per essere riusciti a portare a buon fine un piano, condiviso con le forze di polizia, di trattenimento della maggior parte dei tifosi biancorossi all’interno della curva. Sparare sul mondo ultras è roba da poco, non comporta rischi o penalizzazioni di carriere giornalistiche o fotografiche e trova nella opinione pubblica un terreno fertile su cui coltivare e far crescere giudizi che sanno di sentenze di condanna di un mondo giovanile pieno di problemi e contrasti tra i quali quello dello stadio non è certamente il più importante. Se lo ricordi quel signore che sulla Gazzetta di ieri ha invitato le forze di polizia a picchiare più forte ,forte ,forte perché ,forse, è meglio che così si sbatta la sua testa contro il muro DIRETTIVO CURVA TE Fonte: ultrascremona.it Notizie correlate Cremonese
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