Via Garibaldi non è off limits per chi ha subito un provvedimento di Daspo. Lo ha stabilito un sentenza di primo grado del Tribunale penale della Spezia emessa questa mattina, che ha assolto alcuni tifosi dello Spezia Calcio, già colpiti da diffida, accusati di aver violato la distanza minima da tenere dallo stadio “Alberto Picco”.
I fatti riportano allo scorso campionato, quando alcuni ultras spezzini furono filmati mentre si intrattenevano con alcuni colleghi del Varese in centro città. Di lì a poco si sarebbe svolta Spezia-Varese, era il 15 maggio. Chiacchiere amichevoli e qualche bicchiere, tra gruppi un tempo gemellati e ancora in buoni rapporti a livello personale. Alcuni spezzini, colpiti a Daspo a seguito di Cesena-Spezia di qualche settimana prima, erano stati identificati e in seguito denunciati.

Il pubblico ministero aveva chiesto pene da 8 mesi a un anno, e l'obbligo di firma per quei tifosi che avevano invece subito il solo Daspo. Oggi il giudice Alessandro Ranaldi li ha tutti assolti perché il fatto non sussiste nel processo svolto per direttissima. “Per noi una gioia immensa – dice l'avvocato Massimo Lombardi - che viene da lontano. Avevamo incardinato la difesa sulla richiesta di rito abbreviato, condizionato a tutte le diffide allegate dalla questura. Erano sedici, afferenti agli ultimi vent'anni, e mai in nessuna veniva indicata Via Garibaldi tra le strade vietate mentre erano sempre citate Viale Fieschi e Via dei Pioppi per esempio”.
Per suffragare la propria tesi, l'avvocato Sabrina Romagnoli ha presentato una nuova corposa memoria. All'interno anche due mappe della Spezia vista dall'alto su cui erano segnate in giallo fosforescente le zone che rientravano all'interno dei 500 metri canonici di raggio previsti come zona da evitare. I tifosi dello Spezia denunciati, hanno dimostrato i legali, si trovavano invece a circa 675 metri dallo stadio.

Oggi nella seconda udienza è stato ascoltato anche uno dei tifosi. “Il Daspo comminato da Cesena non specificava le strade vietate, ma prevedeva un generico rimando al provvedimento delle competenti autorità, ovvero quelle spezzina – sottolinea Lombardi – I miei clienti si erano quindi attenuti a quella che era diventata prassi oltre che al buonsenso, sostando in Via Garibaldi”.
Nei tre minuti di filmato girato quel giorno si vedono solo persone che parlano tra di loro, alcuni consumano una bibita e poi si salutano. Nessun gesto violento. “Avevo la certezza della bontà delle nostre ragioni, ma quando abbiamo sentito le richieste di pena non nego un po' di preoccupazione”, confessa l'avvocato. Ora ci sono quaranta giorni di tempo perché il giudice depositi le motivazioni della sentenza.

Fonte: cittadellaspezia.com