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INCIDENTI DI AVELLINO-SALERNITANA
14 Ottobre 2008 - letto 2700 volte
Confermate in appello le pesanti pene inflitte in primo grado agli ultrà, condannati per gli atti vandalici commessi durante la partita Avellino-Salernitana, giocata il 5 novembre 2006 allo stadio Partenio di Avellino. La Corte d'Appello di Napoli ieri ha confermato le condanne per LS a otto anni di reclusione, per MS a sei anni, per GP a cinque anni e quattro mesi e per LM a otto anni. Pesante il capo d'imputazione di cui rispondono, si tratta di devastazione. I quattro tifosi, a cui sono state inflitte le pesanti condanne, sono coloro che hanno scelto di essere giudicati con rito ordinario, mentre per gli altri quattro, che avevano optato per i riti alternativi, le pene inflitte anche in appello sono state più lievi. La difesa è stata sostenuta dagli avvocati Carmine Guadagno, Massimo Torre, Alberto Imperiale e Luigi Gargiulo. In occasione di quella partita lo stadio Partenio era stato trasformato in un vero e proprio campo di battaglia. Gli scontri con le forze dell'ordine erano iniziati già prima della partita, fuori dello stadio, con l'assalto a una macchina della polizia. Poi una volta entrati gli otto ultrà ancora prima del fischio di inizio e continuando anche durante la partita fino alla conclusione hanno utilizzato pietre, spranghe e lanciato bottiglie contro la polizia, devastando lo stadio. Immediatamente sono state avviate le indagini, il primo ad essere arrestato già la mattina successiva è stato LS, che era anche recidivo. Poi il lavoro investigativo è continuato, con le capillari indagini svolte dai poliziotti della Digos, all'epoca diretti da Raffaele Battista, che con gli ispettori specializzati della Squadra Tifoseria, Pasquale Picone e Rocco Palladino, hanno visionato più volte i filmati, fino a giungere all'identificazione degli altri responsabili degli atti vandalici. Tra questi anche LM, che era già stato condannato per l'incendio al vagone del treno dei tifosi di ritorno dalla partita Salernitana-Piacenza, in cui morirono quattro ragazzi a maggio 1999.
Fonte: Il Mattino
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