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Il tribunale non fa sconti agli ultras dell'Hellas autori dei cori contro Piermario Morosini
03 Novembre 2015 - letto 2041 volte

Il 20 ottobre 2012, in occasione del match tra Livorno e Verona, allo stadio Armando Picchi, alcuni tifosi scaligeri si lanciarono in cori offensivi alla memoria di Piermario Morosini, il calciatore deceduto solamente sei mesi prima all'età di 25 anni. Per tali atti a cinque persone era stato inflitto un Daspo (divieto di entrare allo stadio durante una manifestazione sportiva) da l’allora questore di Livorno Marcello Cardona di ben cinque anni il massimo previsto, e nei giorni scorsi il Tribunale amministrativo di Firenze ha rigettato le richieste di annullamento presentate dai legali degli ultras. 

Il giornale Il Tirreno riporta le motivazioni dei magistrarti: "I cori oltraggiosi per la memoria del giocatore del Livorno Piermario Morosini sono stati ritenuti dal Questore di Livorno preordinati (insieme ai cori fascisti e saluti romani) a suscitare la reazione violenta dei tifosi amaranto, particolarmente legati al ricordo del calciatore deceduto e di opposta fede politica, dunque per un verso, espressione di una personalità pericolosa e, per l’altro, tali da configurare una condotta idonea a mettere in pericolo la sicurezza pubblica in occasione dell’incontro di calcio". I giudici poi aggiungono che tale motivazione "appare motivata e condivisibile, tenuto conto in particolare del carattere volutamente e pesantemente offensivo dei cori in questione". Tre anni prima infatti, l'informativa che la Digos presentò alla Procura cinque giorno la partita affermava, come viene riportato dal giornale toscano: "Nel corso del primo tempo - si legge - all’interno della curva ospite un gruppo di tifosi scaligeri intonava alcuni inni di chiara matrice fascista e anche un ulteriore slogan offensivo nei confronti del giocatore amaranto recentemente deceduto: 'Morosini figlio di p...'".

Ma da questa segnalazione sono partiti altri due procedimenti penali che ancora oggi non si sono conclusi: il primo di diffamazione nei confronti del giocatore dopo la denuncia presentata dai parenti di Morosini; il secondo invece riguarda altri due ultras dell'Hellas, sorpresi nell'atto del saluto romano, che infrangerebbe la Legge Mancini. Sul secondo episodio però c'è il precedente che vede l'assoluzione di altri quattro tifosi scaligeri incirminati per lo stesso motivo. È probabile quindi che anche per loro si arrivi alla stessa conclusione.

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