Il club azzurro è parte civile nel processo contro sei capitifosi: in aula De Laurentiis e Marino.

La «disaffezione» della parte sana del tifo azzurro, danni all’immagine, ma anche mancati incassi per le partite in campo neutro. Danni per i diritti televisivi violati, un colpo all’immagine di un gruppo societario emergente: in tutto cinque milioni di euro. È la richiesta del Calcio Napoli nel corso della prima udienza a carico di sei presunti teppisti in azione dentro e fuori gli spalti del San Paolo. Processo al tifo violento, il Calcio Napoli c’è. È stato il penalista Bruno Botti a depositare una richiesta di costituzione di parte civile nel corso della prima udienza preliminare a carico di sei imputati.

Davanti al giudice per le udienze preliminari, Vincenzo Busiello e Alberto Mattera, ai vertici del gruppo «Ultras 72», Salvatore Piccirillo e Francesco Ruggiero, leader dei «Blue Tiger» e dei due presunti hooligan Vittorio Puglisi e Ciro Marchitelli (quest’ultimo esponente del gruppo Acan). Associazione per delinquere, estorsione tentata e consumata, violazione della legge sulle armi, incendio e danneggiamento. Accuse che ruotano attorno a un episodio in particolare, il lancio di petardi durante Napoli-Frosinone del dicembre 2006, un match di B che costò al Napoli una squalifica di campo e mancato introito. Un lancio di micidiali bombe «cobra» finalizzato ad ottenere dal club biglietti in omaggio da rivendere poi in occasione della successiva partita casalinga.

Fonte: goal.com