«Il mio obiettivo erano i tifosi del Palermo»
16 Luglio 2007 - letto 4141 volte Catania - Ha voluto rilasciare una dichiarazione spontanea. Nelludienza di ieri del processo per lomicidio dellispettore di polizia, Filippo Raciti - ucciso durante gli scontri scoppiati al termine della partita Catania-Palermo del 2 febbraio scorso - il 18enne, A.S. ha reso una dichiarazione spontanea ai giudici del tribunale per i minorenni, sostenendo di aver collaborato con la polizia durante le indagini. Il giovane ha raccontato che durante la prima perquisizione domiciliare nella sua abitazione venne trovata una felpa. «In Questura mi hanno interrogato e mi hanno fatto vedere il filmato degli scontri. Sono stato io stesso a dire che avevo unaltra felpa, loro non lavevano trovata. Allora ho telefonato a mia madre, le ho detto dove era e lho fatta consegnare alla polizia». A.S ha compiuto 18 anni una settimana fa, proprio in coincidenza con linizio del processo a suo carico, mentre la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal collegio difensivo con cui si chiedeva lannullamento dellordinanza di custodia cautelare in carcere per laccusa di omicidio volontario. «Il mio obiettivo erano i palermitani, non la polizia», ha evidenziato A.S. , indagato per la morte dellispettore Filippo Raciti, durante la terza udienza del processo che lo vede imputato per laccusa di resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Il giovane ha raccontato di essere uscito dalla curva nord «per andare a prendere i tifosi del Palermo che odiavo perché mi avevano aggredito. Mi sono spostato dopo, ho afferrato il sottolavello che volevo usare contro di loro». Secondo laccusa, sostenuta dalla Procura del tribunale per i minorenni, A.S. avrebbe colpito con il sottolavello lispettore di polizia Raciti, procurandogli le ferite che ne hanno causato la morte poche ore dopo lo scontro avvenuto davanti la porta della curva nord dello stadio Massimino il 2 febbraio scorso. Il giovane ha invece sempre sostenuto di non aver colpito nessuno con il sottolavello e di averlo solo lanciato in aria. Nel corso del processo alcuni investigatori della Questura etnea hanno svelato di essere arrivati allidentificazione di A.S. grazie ad un vecchio filmato che riprendeva i tifosi del Catania alla stazione mentre partivano per Milano, dove era in programma la gara con lInter. Fonte: ilmeridiano.info Notizie correlate Palermo
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