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I tifosi del Mantova bocciano le nuove regole
27 Marzo 2007 - letto 2642 volte
Le nuove norme non piacciono, ma ci si adegua. I tifosi biancorossi prendono atto dei provvedimenti che con ogni probabilità cambieranno il volto degli stadi italiani e guardano avanti, con la certezza che il loro affetto per il Mantova non diminuirà anche se fare il tifo sarà sempre più complicato. Se gli spalti perderanno bandiere, coreografie e striscioni, non saranno più gli stessi ma nessuno ha intenzione di rinunciare alla propria passione.
I tifosi organizzati si stanno ancora riunendo per capire come muoversi all’interno dei regolamenti in arrivo ma le prime richieste di autorizzazione per gli striscioni al Martelli sono già in questura.
Tutti d’accordo con Dante Spaggiari delle Skegge Gonzaga sulla contrarietà alle scritte offensive. «Non vedo però perché vietare ciò che è divertente - aggiunge -. Non far entrare striscioni e tamburi non diminuisce la violenza. Noi cercheremo vie alternative alle bandiere per continuare a colorare lo stadio». Lo incalza Ivan Papazzoni del North Front Levata. «Più che la violenza si toglierà la fantasia - afferma - le offese erano già proibite, ma il colore è parte del calcio. Noi avevamo chiesto di stendere il bandierone col cuore tra curva e distinti ma ci è stato negato, speriamo di poter portare l’altra bandiera».
Fabio Negri del club 5 campanili prosegue: «Ho già il modulo per lo striscione del club, vedremo cosa dovrò fare per il mio due aste. Di certo ora è tutto più complicato, a partire dalla ricerca del biglietto per le trasferte». Un altro problema. «Volevo andare a Bologna - racconta Michele Sandrini dei Viking Asola - ma non ho potuto perdere due mezze giornate di lavoro, per comprare i biglietti e andare alla gara».
Massimo Marchetti, ex leader della curva, non ci sta. «Dopo Catania sembrava che il calcio dovesse scomparire - dice -, invece, nonostante sia morta una persona, nonostante le belle parole, tutto è tornato come prima in una settimana per interessi economici. E alla fine gli ultras sono diventati ancora il capro espiatorio: le coreografie non sono il problema». Solo parzialmente contro corrente Stefano Campana della Vecchia Guardia. «Senza colore si perde tantissimo, ma si tifa lo stesso. Io sono più contento se c’è lo stadio pieno, anziché se vedo una bandiera in più», dichiara. Stefano Zaffanella del club New Age riassume: «Era giusto pagasse solo chi aveva commesso errori. Se lo stadio perde gli striscioni? Guardo la Premier, dove non ci sono, ed è un calcio in cui non mi riconosco».
Fonte: http:
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