Caso Pisa: il Monza non ci sta
22 Giugno 2007 - letto 6080 volte Accettato il verdetto del campo che, non senza qualche polemica nei confrnti di un giudice di gara apparso francamente non allaltezza di una finale dei play off, ha sancito la mancata promozione in serie B (è la seconda finale persa in due anni), il Monza Brianza non intende far passare sotto silenzio il clima intimidatorio e gli atti scellerati perpetrati dalla parte più calda della tifoserie pisana nei confronti di pubblico, dirigenti e giocatori monzesi prima, durante e dopo la gara svoltasi la scorsa domenica allArena Garibaldi. E stato il presidente Giovanni Battista Begnini in prima persona a muoversi, inviando una lettera di protesta al presidente della Lega di Serie C, Mario Macalli, al presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, al Procuratore Capo, al Questore e al Prefetto di Pisa. Begnini, da grande uomo di sport, nella sua missiva non entra nel merito delle decisioni assunte dal direttore di gara, ma si scaglia contro il clima intimidatorio che ha accompagnato la partita, culminato, secondo il presidente brianzolo «con gravissimi episodi, anche di rilevanza penale». Già nella partita di andata della finale dei play off del campionato di Serie C 1, girone A, svoltasi allo stadio Brianteo di Monza domenica 10 giugno 2007, si erano verificati deprecabili episodi di violenza, perpetrati dallaccesa e numerosa tifoseria pisana nei confronti del pubblico locale, alloggiato nella Tribuna donore, con insulti e minacce durante tutto il corso della partita, culminato in un fitto lancio di bottigliette dacqua dopo la segnatura del Monza, che ha richiesto lintervento della forza pubblica e ha costretto numerosi spettatori ad abbandonare la Tribuna. Successivamente, nel corso della settimana che ha anticipato la disputa della gara di ritorno, il presidente del Pisa, Leonardo Covarelli, non ha certo contribuito a placare gli animi rilasciando agli organi di stampa pesanti quanto ingiustificate dichiarazioni contro larbitraggio della gara di andata e chiedendo non meglio specificate tutele, con dichiarazioni che sono parse finalizzate ad una strategia volta ad ottenere un benevolo atteggiamento del direttore di gara del match di ritorno nei confronti della sua squadra. Ma venendo alla lettera di protesta inviata da Begnini, il presidente del Monza lamenta il fatto che, nonostante il tetto massimo di spettatori e di biglietti, per entrambi gli incontri della finale, fosse stato fissato in un numero inferiore alle diecimila unità, il 17 giugno 2007 allArena Garibaldi fossero presenti ben 15.000 spettatori. «Inoltre scrive Begnini - seppure mi fossi oltremodo prodigato, nella partita di andata per garantire alla dirigenza della squadra toscana tutti i biglietti che mi sono stati richiesti, il che ha consentito di essere presente alla gara di andata oltre 5000 mila tifosi Pisani, per la gara di ieri, malgrado le ripetute richieste sono stati messi a disposizione dei tifosi brianzoli soltanto un migliaio di biglietti». «Tali circostanze, se da un lato rilevano per la violazione degli impegni assunti dalla dirigenza pisana davanti alla Lega di appartenenza, dallaltro denotano la mancanza di fair play e correttezza sportiva da parte della stessa e di buon senso nei confronti di tutti, alla luce anche degli episodi cruenti di guerriglia di cui sono stati vittima i tifosi monzesi nel dopo partita» conclude il presidente. Ma è il comportamento intimidatorio assunto dalla tifoseria locale verso i tesserati e il pubblico monzese prima, durante e dopo la partita a scatenare la protesta del numero uno biancorosso. «Già allarrivo, il Pulmann della nostra squadra è stato oggetto di aggressione a scopo intimidatorio da parte dei tifosi del Pisa e alla fine è risultato danneggiato in più parti scrive il presidente -. E, poi, assolutamente inaccettabile che linizio della partita sia stato preceduto da un fitto lancio di oggetti contundenti che ha accompagnato la fase di riscaldamento della mia squadra e che ha avuto come epilogo il lieve ferimento del portiere Rotoli, che ha preferito per sportività prendere parte alla gara, sia pure estremamente spaventato per laccaduto». Giovanni Battista Begnini denuncia poi, come nel corso della gara vi sia stata una ripetuta e protratta invasione di campo da parte degli spettatori di sponda pisana, che avrebbe dovuto indurre larbitro alla sospensione della partita e che, di fatto, ha disturbato gravemente la regolare prosecuzione della partita. Invasione che ha, di fatto, impedito che si giocassero regolarmente i tempi supplementari, durante i quali la presenza di migliaia di tifosi minacciosi a bordo campo ha chiaramente falsato lo svolgimento della gara, senza contare che larbitro ha decretato la fine dellincontro con alcuni minuti danticipo per evidente timore di incidenti e senza alcun recupero. Il patron del Monza si dice scandalizzato soprattutto dal fatto che: «tale invasione pare sia stata permessa dagli addetti al campo, consentendo linsensata e non regolamentare apertura dei cancelli posti a bordo del campo di gioco, in quanto nessuno dei cancelli è risultato divelto o forzato». Riprovevole e da biasimare è stata poi laggressione allo sparuto gruppo di tifosi monzesi, che si è visto assalire dagli ultras pisani i quali, senza alcuna resistenza delle forze dellordine, hanno invaso gli spalti dove si trovavano i tifosi brianzoli che hanno subito gravi violenze, culminate con il ricovero in ospedale di diversi spettatori. «A questi fatti non si è certamente opposta la dirigenza della società ospitante conclude Giovanni Battista Begnini -, pregiudicando in maniera inaccettabile il regolare svolgimento della gara e influenzando gravemente la serenità sia dellarbitro, sia dei calciatori della mia società, che nel clima intimidatorio e di grave pericolo per lincolumità personale in cui si è giocato, ad un certo punto hanno temuto che in caso di risultato favorevole alla nostra squadra avrebbero rischiato quasi certamente lincolumità fisica, il che ha ovviamente influito sul loro rendimento sportivo». Begnini si augura che le autorità competenti adottino i provvedimenti necessari e che siano prese delle decisioni in merito, eventualmente anche la revisione del risultato sportivo che portino al repentino cambiamento nei costumi di alcune società e di certe tifoserie. Fa sorridere, ma bisognerebbe piangere, la notizia che la Procura di Pisa, che poco ha fatto per prevenire gli episodi stigmatizzati da Begnini, abbia diffidato venticinque tifosi del Monza, i quali saranno obbligati a rimanere per un anno lontano dagli stadi solo per aver esposto un gogliardico e ben poco offensivo striscione umano. Fonte: ilmeridiano.info Notizie correlate Monza
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