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AVELLINO: TIFOSERIA SPACCATA
06 Dicembre 2004 - letto 4123 volte
Voglio scrivere, di una situazione assurda e preoccupante che si è creata.
La tifoseria dell'Avellino è in pratica spaccata: da una parte i fantomatici ultras, dall'altra i tifosi non manipolati.
Gli ultras modaioli della curva sud si sono beccati, durante l'ultima partita in casa, i fischi della maggioranza di tifosi della curva e dell'intero stadio Partenio.
Io vado in curva sud e li ho fischiati.
Il cuore del tifo biancoverde, quello più caloroso, non è più in sintonia, purtroppo, con la maggioranza dei tifosi che intelligentemente sostengono i colori biancoverdi sempre, senza cavillosità e con un solo obiettivo.

Motivo del dissenso è la scelta, fatta dai vertici societari, del nuovo direttore sportivo, Pavarese.
Ad una parte di tifosi Pavarese non andrebbe a genio perché costui si è lasciato scappare, durante una trasmissione sportiva locale di basso profilo, la sua simpatia per la squadra del Napoli. Motivando quest'ultima con la volontà di voler vivere tranquillamente nella sua città senza le pressioni dei tifosi.

La motivazione di tranquillità personale, secondo il mio parere, si potrebbe giustificare. Infatti, i precedenti di avellinesi maltrattati dalla tifoseria ad Avellino ci si sono: basta ricordare Pierpaolo Marino che nonostante portasse ad Avellino gente come Ravanelli e Baiano, dovette subire contestazioni e offese di ogni tipo.
E ad Avellino, purtroppo, spesso le contestazioni personali sono una peculiarità.

Voglio far notare che quello stesso clima di contestazione verso Marino, creò i presupposti negli anni '90, dopo più di venti anni, alla disonorevole retrocessione in serie C. Serie da cui l'Avellino mancava dal campionato 1971/72.
Quella retrocessione, se ci pensiamo, ancora oggi non è stata superata. Escludendo le due apparizioni in serie B, ci siamo sempre dovuti accontentare di mediocri campionati di terza serie conditi ogni santo anno da infinite polemiche, e nonostante le generazioni di tifosi siano mutate.
Significa che la particolarità di Avellino è stata sempre quella della contestazione affrettata: una volta gli ultras, un'altra volta le tribune, spesso i giornalisti, dato il loro basso livello e così facendo si è sempre pensato più a distruggere che a lasciar costruire qualcosa tra mille difficoltà.

Con questo voglio dire che è inutile augurarsi nuove società, magari con gente irpina come per miracolo è accaduto quest'anno, se poi alle prime stronzate, come le quattro chiacchiere di Pavarese in uno studio televisivo (permettetemi di sottolineare, trasmissione ridicola) invece di pensare a come armarci per raggiungere una promozione in serie B, si pensa a creare un clima di contestazione che alla fine si ripercuote sulla società e sui calciatori.

Sono consapevole, ovviamente, che gli organizzatori del tifo e della contestazione difficilmente leggono i forum (forse perché incapaci di utilizzare internet) e certamente non saranno persuasi né dal mio post, né dagli interventi di voi altri.
Ma spero che ognuno che è d’accordo con le mie opinioni, scriva, telefoni alle tv locali, parli con qualche capo tifoso, insomma si adoperi per smorzare ogni stupido tentativo di minare un'armonia di tranquillità nell'ambiente che persone intelligenti, che hanno a cuore le sorti dell'Avellino calcio, stanno tentando di costruire.

Il buon senso vorrebbe che, anche se non stimato o in totale simpatia della tifoseria, un direttore sportivo scelto dal presidente della società, venisse giudicato dai tifosi soltanto dopo che abbia dimostrato tangibilmente quello che riesce a fare per il bene dell'Avellino.
Anche se fa il tifo per il Napoli, anzi sarebbe una goduria ancor più grossa se riuscisse a strappare qualche giocatore nel mirino del Napoli, lo portasse ad Avellino e finiamo il campionato prima del Napoli.

Il guaio, invece è che oltre ai tifosi alla moda ultras che fanno i duri e puri, c'è anche un manipolo di piccoli giornalisti (piccoli di cervello) che con il microfono in mano, la prima domanda che formulano è del tipo: "cosa risponde Pavarese ai tifosi?", e ancora, "ma Pavarese cosa pensa dei fischi dei tifosi?".
E poi li vedi pure che ridacchiano, eccitati per la domanda da dementi che hanno fatto.
Ma come si fa!
Ma chi glielo fa capire a questi stupidi incapaci che sono un danno per il calcio e per il buon nome di Avellino?

Ritornando alla curva sud, oltre alla spaccatura tra chi ordisce contestazioni fino all'ultimo dei giorni del ds Pavarese e chi invece di Pavarese, in quanto Pavarese, se ne infischia e gli sta bene perché scelto da una società di cui si ha piena fiducia, c'è un nuovo sintomo che si avverte sugli spalti.
La divisione degli ultras da buona parte della curva sud.
Non c'è più unione tra tutti i tifosi, sia in casa sia in trasferta, anzi si notano sempre più dissapori e problemi. I gruppi organizzati hanno tentato di riunirsi fra loro, ma hanno frazionato la curva e allontanato tanti simpatizzanti che davano man forte ai cori.
A mio parere la moda del tifo ultras, a lungo andare farà danni al calcio, al pari delle pay-tv, facendo allontanare dallo stadio chi prima ci andava per il piacere di gioire insieme per gli stessi colori.
Il movimento ultras non giova per nulla alla difesa del vecchio modo di intendere il calcio, quello ante-pay-tv, per capirci.
In sostanza gli ultras sono soltanto un prodotto del calcio moderno, e non servono.

Fonte: ..........
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