ROMA - Il Tribunale del riesame di Napoli - per effetto della sentenza 21845 di Piazza Cavour - dovrà rivedere la sua decisione in merito alla sospensione di Avellino-Napoli e riconfigurare l'accusa di devastazione originariamente ravvisata dalla Procura di Avellino. Per la Cassazione, infatti, i tifosi individuati come responsabili degli scontri con le forze dell'ordine che portarono alla sospensione del derby campano Avellino-Napoli, devono essere accusati di «devastazione» (reato che prevede una pena da 8 a 15 anni) e non di «danneggiamento» (reato più lieve, pene da 1 a 4 anni). In particolare la Suprema Corte - dando ragione al pm di Avellino ed esprimendo un indirizzo che potrebbe essere applicato anche nella vicenda del derby Lazio-Roma sospeso all'Olimpico - rileva che il reato di danneggiamento (che si realizza col compimento di danni diffusi e con la messa in pericolo dell'ordine pubblico) è pienamente configurabile anche quando, al termine dei disordini, «il campo da gioco avrebbe consentito ai 22 calciatori di giocare secondo le regole». Perchè «il concetto di agibilità di una struttura destinata al servizio pubblico - spiega il 'Palazzaccio' - non consiste soltanto nel consentire ai giocatori di portare a termine la partita, ma anche nel farvi partecipare un pubblico indifferenziato e tendenzialmente molto numeroso in condizioni di sicurezza, igiene e idoneità dei servizi».

Fonte: gazzetta.it