Arezzo: niente prove, ultras assolti
25 Settembre 2002 - letto 996 volte La vittoria che aspettavano domenica, col Prato, è arrivata il martedì, in tribunale. Sì, perchè neanche quattro anni di beghe giudiziarie, quattro anni di processo per il treno devastato nel corso della trasferta-promozione di Pistoia, del giugno 1998, sono riusciti a frustrare la «febbre a 90°» degli ultras amaranto sotto accusa per danneggiamento. E infatti loro, i tifosi, accompagnati da un folto gruppo di compagni di fede, hanno ingannato il tempo dell'attesa discutendo di Aglietti, Pinamonte e del pareggio di domenica. Finchè non è arrivata, liberatoria, senza nemmeno concludere il dibattimento, la decisione del giudice monocratico Luciana Cicerchia: tutti prosciolti. Già, il treno che trasportava i fedelissimi dell'Arezzo a Pistoia per il vittorioso spareggio con lo Spezia, è stato sfasciato davvero. Ma è l'unica certezza di un processo in cui non c'era neppure mezza prova che protagonisti del raid fossero i sei ragazzi comparsi in aula. E infatti gli avvocati difensori, Piero Melani Graverini e Gianluca Felciaihanno subito avanzato istanza di proscioglimento, senza che neppure venissero ascoltati i testimoni, tra i quali spiccava il Re della Giostra Martino Gianni, in questo caso nei panni di semplice tifoso. Così, a riprova di un'indagine nata male e continuata peggio, è arrivata una sentenza di assoluzione che suona come una sonora smentita per chi ha voluto un processo cui non si sarebbe mai dovuti arrivare. Uno dei tanti, troppi, casi in cui la giustizia si avvita su se stessa e annega nel mare degli automatismi burocratici. Se è certo, infatti, che quel 14 giugno '98, alcuni ultras cominciarono a devastare il treno delle Fs già alla partenza da Arezzo, è altrettanto vero che nessuno ebbe il coraggio di infilarsi nella bagarre per individuare i responsabili. Solo a Pistoia, gli agenti di scorta della Polfer fermarono, quasi a caso, alcuni dei tifosi e chiesero loro i documenti, ma senza contestare reati. Dopo qualche mese i ragazzi identificati si videro arrivare a casa il decreto penale di condanna, un automatismo col qualche vengono chiusi i procedimenti penali minori, quasi alla cieca, senza nemmeno un interrogatorio. In sei si opposero, chiedendo il processo. A giugno, subito dopo che l'Arezzo si era salvato in un altro spareggio, a Carrara, la prima udienza. Ieri il clamoroso finale, due giorni dopo che gli amaranto avevano mancato in extremis la prima vittoria del campionato. E chissà se gli ultras assolti sono più dispiaciuti per il gol del Prato al 95' o soddisfatti per essere sfuggiti alla tagliola del tribunale. Misteri della febbre a 90' Fonte: lanazione.it Notizie correlate Arezzo
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