LA NOTTE DI AVELLINO

Si allunga la lista dei tifosi napoletani violenti indagati dalla magistratura di Avellino, titolare dell’inchiesta sulla notte di violenze al «Partenio» del 20 settembre.
Il lavoro paziente e continuo di Digos, Squadra mobile e Scientifica della Questura di Napoli è riuscito a centrare un altro importante obiettivo: sarebbero sette le persone identificate nelle ultime ore. Sette giovani che - grazie all’impegno degli uomini dell’Uacv (l’Unità per l’analisi del crimine violento) - ora hanno un volto e un nome: alcuni di loro avrebbero agito a volto scoperto, altri camuffati con felpe, sciarpe e bandane. Sale dunque il numero delle persone indagate.
In alcuni casi, il camuffamento dei volti non è servito ai teppisti a farla franca: indumenti, segni particolari e in più di un caso perfino un tatuaggio ha tradito i violenti e aiutato gli investigatori.
L’indagine va avanti a pieno ritmo, e sbaglia chi pensa che, dopo gli arresti dei giorni scorsi, gli altri tifosi coinvolti negli scontri non ancora raggiunti da provvedimenti l’abbiano passata liscia, commenta un funzionario in servizio alla Questura di Napoli. Anche ad Avellino - dove sono impegnate Digos, Mobile e Scientifica - le indagini proseguono senza sosta. Intanto il giudice per le indagini preliminari di Napoli ha convalidato gli arresti, quindi restano tutti rinchiusi nel carcere di Poggioreale. Intanto anche i due latitanti sono stati acciufati.
Per tutti, i reati contestati vanno dalla devastazione (reato grave di competenza della Corte d’Assise, che prevede una pena fino a 15 anni) alle lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, oltre alla rapina.
Ad altri ancora è stato contestato il reato di tentato omicidio(per altri gravi incidenti svolti al di fuori dello stadio Partenio).

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