Al Miotto come in uno stadio vero, ma non per il Thiene. Eppure parlava vicentino buona parte dei tifosi che ha eccezionalmente affollato la curva dedicata agli ospiti e scandito le fasi salienti del match con quei cori che in casa rossonera si sentono raramente. Erano i tifosi della Cremonese, sì, ma anche una buona rappresentanza dei Vigilantes biancorossi, accorsi, vista la domenica di libertà (il Vicenza aveva giocato venerdì) e la vicinanza, a dar man forte ai tifosi "gemelli". Un atto di cortesia, arricchito da qualche beneaugurale invito a risalire la china, che non ha portato bene ai grigiorossi, dal momento che proprio a Thiene hanno dovuto dare l'addio, almeno per quest'anno, alle loro residue ambizioni. La cronaca della giornata si apre con un prologo, purtroppo doloroso: un minuto di silenzio per ricordare il giovane della primavera Simone Peretti, scomparso prematuramente e il papà del portiere Bianchi. Mentre tutta la squadra va a deporre un mazzo di fiori, gli ultrà aprono un grande striscione che recita "Siamo gocce di memoria incancellabile. Ciao Simone" e poi ancora "Giorgio, vicini al tuo dolore". Una parentesi toccante che mostra il lato più umano del calcio, prima di dare il via alle ostilità.
Ma l'amore dei tifosi non è sempre incondizionato e a fine gara, dopo aver visto infrangersi il sogno dei play off, il supporto alla squadra lascia spazio alla contestazione che per la prima volta è indirizzata direttamente al tecnico e ai giocatori. "Onorate la nostra maglia" grida qualcuno. "Vai a casa" è l'invito più "gentile" rivolto a Maselli. La Cremonese si trattiene a lungo all'interno dello stadio, in un clima irreale, prima di raggiungere il pullman scortata dai carabinieri.

Fonte: IL GIORNALE DI VICENZA - ilgiornaledivicenza.i