Adesso Kallon rischia grosso
24 Ottobre 2003 - letto 660 volte MILANO - Come prevede il regolamento dell'Attività Antidoping della Federazione Italiana Giuoco Calcio, da applicarsi d'ufficio non appena vi sia la notizia di una non negatività, la Commissione Disciplinare ha diramati ieri l'ufficialità della sospensione in via cautelare Mohamed Kallon per quelle tracce di metaboliti di nandrolone trovate nelle sue urine nei controlli ordinari del dopo Udinese-Inter del 27 settembre. E, come è capitato anche la settimana scorsa per il centrocampista del Parma Manuele Blasi, si è subito attivata la Procura di Torino, che ha chiesto alle autorità calcistiche competenti in materia la trasmissione della documentazione riguardante la positività del ventiquattrenne attaccante originario della Sierra Leone: il pubblico ministero Raffaele Guariniello sta infatti conducendo la lunga inchiesta sull'utilizzo nel mondo del pallone di sostanze proibite che sarebbero la prima causa del morbo di Gehrig, la sclerosi laterale amiotrofica dei neuroni mortali che sta producendo un numero sempre più alto di morti sospette. Nelle ventiquattro ore successive alla scossa che ha ulteriormente lesionato il sistema nervoso di un'Inter che si è appena affidata alle cure di Alberto Zaccheroni e che porterà in dote, nel posticipo di domenica al Meazza contro la lanciatissima Roma, la figuraccia rimediata in Champions League sul campo del Lokomotiv Mosca, si è preferito evitare commenti ad un caso che riapre ogni dubbio sulla pulizia del nostro campionato. Dalla lunga e titolata lista di pescati al nandrolone, lo steroide anabolizzante che migliora potenza e resistenza e che dunque risulta adatto a chi pratica il calcio, erano passati due anni in cui si era pensato che fosse bastato segnalare le 'mele marcè per risanare l'ambiente, che nel 2000 e 2001 ebbe un numero impressionante di atleti (45) sotto-soglia, cioè ad un nulla dalla concentrazione massima della sostanza in questione nelle urine (due nanogrammi per millimetro) che il regolamento prevede possa non essere sanzionato. C'è dunque il rischio concreto che Blasi e Kallon non siano che i primi due a cadere nella rete dell'antidoping e che il nandrolone non solo non sia stato debellato ma che continui ad essere il prodotto più in voga nel calcio. Fonte: Corriere Adriatico Notizie correlate Ischia
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