L’intervento del Giudice per le indagini preliminari sulle disposizioni di Daspo emessi nei confronti di 16 tifosi del Catanzaro è stato determinante. Ha stabilito la riduzione della durata di tutte le misure di prevenzione oltre al numero delle presentazioni alla P.G. Infatti, dopo la pronuncia del Gip,  l’obbligo di firma che inizialmente era di quattro volte al giorno per le partite casalinghe e due per quelle fuori casa, sono diventate rispettivamente due e una, incidendo, quindi, in maniera più lieve sulla sfera della libertà personale dei soggetti diffidati. Altrettanto rilevante la decisione del giudice  della “giurisdizione di garanzia” nel convertire la misura della sanzione da otto a cinque anni per chi già era stato destinatario di Daspo, mentre per i soggetti che non erano mai incorsi in tale provvedimento il termine di durata è stato ridotto,  in tre casi, a due anni e ad un anno per una sola persona. Una decisione in cui è palese che il giudice ha dato atto dell'eccesso della misura che era stata adottata nei confronti di alcuni tifosi giallorossi per i fatti avvenuti in occasione del derby calabrese tra Catanzaro e Cosenza, disputato al Ceravolo lo scorso 15 febbraio. “ In particolare -  ha spiegato il legale  a cui è affidata la difesa dei “diffidati”, Alessio Spadafora – grazie alla valutazione di un video da me prodotto è stato riscontrato che tre delle persone che sono state accusate di invasione di campo con il tentativo di raggiungere i tifosi del Cosenza, si sono in realtà fermati sotto la curva a festeggiare con i giocatori. Anche se si tratta di provvedimenti parziali – ha aggiunto Spadafora – per me è una grande soddisfazione e spero che in futuro potremo ottenere di più. Intanto porterò avanti la linea difensiva procedendo con il ricorso in Cassazione e contestualmente al Tar”.