Invece di metterci la faccia, lui ci ha messo il sedere: ma le natiche sono state altrettanto rivelatrici dell’identità di un ultrà della Pro Patria riconosciuto proprio per il suo fondoschiena dagli agenti della Digos, diretti da Flavio Buffa, che per lui hanno pensato a un Daspo davvero esemplare: 5 anni fuori dagli stadi, con l’obbligo di firma e una denuncia per «atti contrari alla pubblica decenza in luogo aperto al pubblico».

Era l’1 aprile, stadio Moccagatta, partita Alessandria contro Pro Patria. Le tifoserie si detestano. Lui, ultras di 40 anni, residente a Varese, si abbassa i pantaloni e mostre il fondoschiena ai supporters dei grigi: un minuto, non di più. Fa anche il gesto di schiaffeggiarsi il sedere. Si vede tutto. Spettacolo indecoroso,, notato da molti presenti quel giorno non solo in curva. L’applicazione della nuova norma in materia di sicurezza - spiegano dalla polizia di Stato - prevede un regime più rigoroso se la persona in passato è già stata raggiunta da provvedimenti simili, proprio come l’ultrà con il lato B al vento.

Gli agenti vogliono che la “punizione” sia letta anche come una lezione di educazione sportiva. Fatto sta che, secondo le indagini, quel sedere non era solo brutto da vedere, ma anche «provocatorio». Istigava cioè alla violenza: sembra infatti che supporter grigi fossero già pronti a raggiungerlo per dargli sculacciate, ma di altro tipo. Rissa scongiurata. Per la questura è il Daspo numero 14 dall’anno scorso. Il numero 15 toccherà a un tifoso del Monza che l’11 aprile lanciò un fumogeno.