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Daspo di 5 anni al tifoso che aggredì la pallavolista
08 Aprile 2015 - letto 1018 volte

Aveva sconvolto atlete e tifosi aggredendo a fine partita una giocatrice del Volley Chieri '76, “colpevole” di avere sbagliato alcuni passaggi e di avere provocato, a suo modo di vedere, la sconfitta della sua squadra del cuore. L'atleta colpita, Beatrice Francesconi, schiacciatrice emiliana di 27 anni, non lo ha mai denunciato. Ma la Digos di Torino ha portato avanti comunque un'inchiesta, che si è conclusa con il provvedimento più pesante per un tifoso: il Daspo. Da oggi, 8 aprile 2015, per la durata di cinque anni, A.S., l'ultrà del Chieri (e anche ultrà del Torino calcio) colpevole di avere scaraventato a terra la pallavolista, non potrà più partecipare ad alcuna manifestazione sportiva. Né di volley, né di calcio, visto che alle spalle aveva già precedenti di Daspo anche come “militante” del Toro.
Si tratta di uno dei rari casi in Italia in cui il provvedimento di divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive viene inflitto in un contesto non calcistico. Il fatto è avvenuto il 29 gennaio scorso. Il 35enne di Chieri, è tra il pubblico del Palazzetto dello sport di Trecate (Novara) ed assiste alla partita tra l'Agil volley Trecate e l'Ad Volley Chieri 76, la squadra di cui è sostenitore e che perde il match valido per il campionato di serie B1. Già durante il gioco, il tifoso grida più volte insulti molto pesanti contro la Francesconi, quando, sempre secondo lui, perde la palla in occasioni diverse. A fine incontro, l'arbitro fischia e le atlete si scambiano i saluti, come da prassi. In quel momento il tifoso supera la recinzione del campo, invade il tappeto di gioco e aggredisce la giocatrice colpendola nella zona del volto. La fa cadere a terra. Il pubblico urla, intervengono allenatori e tecnici per fermare l'ultrà, che si allontana indisturbato. La Francesconi non sporge denuncia per l'accaduto.

Ma la Digos di Torino avvia un'inchiesta sull'ultrà, che è già noto alle forze dell'ordine e che ha precedenti per porto d'armi od oggetti atti ad offendere, lancio di materiale pericoloso, resistenza a pubblico ufficiale, devastazione e saccheggio in occasione di manifestazioni sportive. Reati commessi per la maggior parte in occasione di partite del Toro. A conclusione dell'indagine, il questore di Novara infligge a A.S. un Daspo di cinque anni. Il provvedimento è particolarmente pesante perché l'ultrà è considerato recidivo, visto che gli era stato ordinato un Daspo già nel 2005, della durata di un anno, dopo una partita di volley.

Per cinque anni quindi a A.S. sarà vietato «l'accesso a tutti i luoghi, sia del territorio nazionale che degli altri stati membri dell'Unione europea, ove si svolgono manifestazioni sportive nazionali e internazionali di volley, relative ai campionati, coppe e tornei professionistici, semiprofessionistici dilettantistici e amatoriali e amichevoli e alle partite della nazionale italiana di volley». Siccome il tifoso era stato colpito da Daspo anche nel 2004 dal questore di Genova dopo una partita di calcio, il questore di Novara ha esteso il divieto di accesso anche a tutti gli incontri calcistici, visto che «si ha motivo di ritenere che la pericolosità del predetto possa nuovamente estrinsecarsi anche in occasione di manifestazioni sportive calcistiche». Per cinque anni quindi A.S. non potrà accedere ad alcuna partita né avvicinarsi allo stadio Olimpico di Torino e allo Juventus stadium, da tre ore prima a tre ore dopo la partita. Non solo. Sempre per cinque anni l'ultrà dovrà presentarsi presso la questura di Torino con un documento di identità 15 minuti prima dell'inizio di ogni incontro dell'Ads Volley Chieri ‘76 e 15 minuti prima dell'inizio e 30 minuti prima della fine di ogni incontro di calcio del Toro. Se non lo farà, la contravvenzione potrà fino a 40mila euro. Infine A.S., per uscire dal Comune in cui dimora, dovrà chiedere autorizzazione alla polizia «esibendo il provvedimento e la convalida del gip».

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