In questi giorni di difficoltà per le sorti della nostra squadra del cuore, ci sentiamo in dovere di chiarire alcuni punti che consideriamo fondamentali per una corretta analisi della situazione attuale.
Dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia di serie C, sono giunte, in campionato, tre sconfitte nelle prime tre gare, delle quali due disputate tra le mura amiche, contro formazioni dirette avversarie nella lotta per la salvezza. Al termine della prima gara non è stata effettuata alcuna contestazione, né nei confronti della società, né nei confronti dei giocatori. La successiva trasferta a Cremona si è conclusa con un pesante tre a zero in campo e con una ridicola ed umiliante contestazione da parte di alcuni cani sciolti, nei confronti del presidente e proprietario Bettino Piro (in compagnia del suo giovanissimo figlio), il quale è stato vittima di insulti, minacce e sputi. La terza partita di campionato è stata caratterizzata da una prestazione, da parte dei giocatori, che ci sentiamo di definire indecorosa e ai limiti della farsa, contro una squadra sterile ed oggettivamente mediocre. La partita si è conclusa con un coro di contestazione nei confronti dei suddetti atleti e, contemporaneamente, di solidarietà verso la società:” Bettino (Piro) non li pagare”, ignorando lo striscione esposto ad inizio partita contro il presidente, da una parte della tifoseria, che recitava: “Piro: inDietro non si torna”. A questo punto ci sorge un dubbio: perché questo repentino cambio di tendenza da parte di alcuni componenti della gradinata?
Per comprendere meglio la situazione attuale occorre fare un salto nel passato di circa due anni: una società ormai rassegnata all’anonimato delle serie dilettantistiche, era stata riportata alla ribalta del calcio professionistico grazie al lavoro di Bettino Piro. L’anno successivo, in C2, era iniziato con un entusiasmo e con dei risultati encomiabili che furono fondamentali per conquistare una sofferta salvezza. Tra il finale del campionato e l’estate successiva, la cordata, guidata dall’imprenditore romano Marco Mongardini, ha tentato l’acquisto della società che, per motivi estranei alla nostra conoscenza, non si è concluso positivamente; in compenso, tra i sostenitori biancoblù, si è creata una pericolosa confusione, utile solo a quei loschi figuri che tramavano e tramano ancora adesso, dietro alla persona di Bettino Piro.
La squadra di quest’anno è stata costruita con un budget inesistente, poiché la maggior parte del capitale è stato utilizzato per poter iscrivere la società al campionato di C2, provocando così un sostanziale ridimensionamento dell’organico. (le cessioni di pedine importanti non sono state bilanciate con acquisti adeguati).
Ci troviamo adesso alla vigilia di un incontro tra la società ed i tifosi, che ha le sembianze e la puzza di una farsa, organizzata allo scopo di calmare le acque, blandire gli esagitati, cautelarsi da eventuali contestazioni di massa, riportando la situazione ad una stagnante normalità che è triste preludio di una inevitabile retrocessione.
Perché tanta fretta nell’indire questa riunione? Tre partite non condizionano certo un intero campionato e, in ogni caso, non si può certo affermare che sia stata effettuata una contestazione organizzata.
Chi ha indetto questa riunione? La società? I tifosi?
Nessuno lo sa. Sappiamo solo che l’evidente obiettivo di questo incontro è il falsare i rapporti di forza reali tra tifosi e società, con un gioco sporco e meschino che ha come unico risultato la continuazione dell’agonia.
Non sarà mica intenzione dei promotori far credere ai partecipanti che l’amore e la sofferenza che dedicano al Savona calcio, possano cambiare le carte in tavola? Vogliamo ricordare che una società privata non è una democrazia, che il padrone è uno, circondato dai suoi uomini di fiducia, che agiscono in sue veci, mentre il semplice tifoso, tanto più in una piazza piccola come Savona, ha importanza solo nel momento in cui mette mano al proprio portafoglio, siamo convinti inoltre che il tifoso non avrà mai potere decisionale, anche se verrà illuso di essere una parte fondamentale della società e che la stessa tenga in considerazione le sue idee.
Esprimiamo tutta la nostra indignazione per la scarsa considerazione da parte di chi ha indetto questo incontro, nei confronti dell’intelligenza dei Supporters biancoblù.
Cari strateghi: la prossima volta impegnatevi a studiare un piano un po’ più articolato. Non c’è gusto a smascherare i dilettanti.
Noi non siamo né a favore, né contro la società, non vogliamo innescare polveroni tra i tifosi e non abbiamo l’intenzione di caricare di ulteriori pressioni i giocatori. Vogliamo che la società, qualsiasi essa sia, amministri la squadra al meglio, che i tifosi abbiano il loro reale ruolo (di tifosi e non di finti consiglieri senza portafoglio) e che i giocatori sudino la maglia giocando al pallone. A ognuno il suo compito, a ognuno le sue responsabilità.
Soprattutto chiediamo che non si ripetano fumose iniziative che conseguono esclusivamente il risultato di offenderci e di mancarci di rispetto.
Concludiamo ricordando con orgoglio che la storia della nostra città non è fatta di servilismo o di illusioni autolesioniste, è al contrario caratterizzata da orgoglio, dignità e sano pragmatismo…..dai tempi dei Cesari a quelli dei Berlusconi.
NOI SIAMO LA WORKING CLASS SAVONA
Komitet Working Class Savona
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