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Pontedera: ultrà aiutano bimbo malato
17 Aprile 2015 - letto 1073 volte

L'accento è tipicamente romano, con una leggera calata toscana che si insinua di tanto in tanto. L'arrivo in Valdera è datato 1998; Nicola però ormai si sente un pontederese. Il più grande dei suoi figli, 14anni, gioca nel settore giovanile dell'Oltrera gemellato con quello del Pontedera. Ed è tifosissimo dei granata.

L'altro dono che Nicola ha avuto dalla vita ha due anni e mezzo e un terribile avversario da combattere quotidianamente. Il nome della rara malattia è breve, secco, anonimo: Cdkl5. La patologia, scoperta soltanto nel 2004 in Australia, è causata dall'alterazione di un gene denominato Cdkl5 e localizzato sul Cromosoma X. La proteina codificata da tale gene non viene prodotta o viene prodotta in forma alterata. «Questa malattia toglie tutto. Al 45esimo giorno di vita il bambino si è ammalato e da quel momento è iniziato un vero e proprio calvario».

Nicola ha lo sguardo di chi sta provando a raccontare un dolore che immagina già sia difficile da comprendere per gli altri. Lavora come magazziniere in un supermercato di Montopoli e la moglie Barbara invece fa la cassiera nell'omonima catena, ma nel punto vendita di Capannoli. Loro figlio, per sopravvivere ha bisogno di essere trattato con un particolare olio di cannabis, disponibile solo attraverso l'ordinazione online.

«Guarda, non ti sto raccontando bugie. Puoi vedere con i tuoi occhi le spese che devo sopportare ogni 20 giorni. E a queste aggiungici i continui viaggi per far visitare mio figlio dagli specialisti: Genova, Napoli, Roma ».

Sta mostrando i pagamenti effettuati per farsi arrivare l'olio destinato a suo figlio. Le cifre variano dai 100 ai 300 euro, con punte anche superiori. La fine del mese viene vista come un incubo tra le quattro mura della casa popolare che il Comune di Pontedera ha deciso di assegnare alla famiglia di Nicola, costretta per altro a spostarsi dalla prima abitazione assegnatagli poiché non c'era abbastanza spazio per i macchinari riabilitativi utili al piccolo malato. «Mio figlio si muove a fatica, non riesce a comunicare e spesso dopo le violente crisi epilettiche che lo colpiscono è sfinito e non mangia neppure».

In molti in questi due anni si sono schierati a fianco del piccolo. Dai colleghi di Nicola a quelli della moglie all'associazione dei pediatri della Valdera, passando per tanti privati che, senza fare troppo rumore, hanno consegnato un aiuto. Ora però c'è un'altra parte di città pronta a mobilitarsi: si tratta degli ultras del Pontedera, gli stessi con cui il primogenito Federico va a cantare la domenica. La vicenda ha colpito la parte calda della tifoseria pontederese che in poco tempo si è data fare per costruire una vera e propria rete di aiuti all'indirizzo del piccolo.

«Fra qualche giorno avremo a disposizione una serie di gadget da vendere allo stadio, nelle partite di casa, e non solo, visto che vogliamo coinvolgere tutta la città. A cominciare dai funzionari comunali», spiega Simone Mareschi, ai vertici del tifo organizzato granata.

«Spesso gli ultras vengono descritti come persone violente e senza cuore, ma la realtà in questo caso dimostra come si tratti soltanto di pregiudizi. La famiglia di Nicola non va lasciata sola e noi non lo faremo. Per l'estate - prosegue Mareschi - abbiamo già in programma una serie di iniziative. Ci siamo confrontati anche con alcune cariche comunali in questi giorni affinché tutto si svolga nella più totale trasparenza».

I tifosi, a cominciare dalla partita di domani allo stadio Ettore Mannucci alle 17 contro la Pro Piacenza, in gradinata renderanno note le modalità con cui è possibile aiutare il bambino. Nei piani degli ultras c'è anche il coinvolgimento delle attività commerciali pontederesi, perché, come ribadisce Simone Mareschi «Più siamo e meglio è. La solidarietà in casi del genere è il minimo che si possa fare. Quella famiglia ha bisogno d'aiuto E noi siamo pronti a fare la nostra parte».

Parole che fanno spuntare un sorriso sul volto di Nicola. «Non so come ringraziarli. Ogni volta che la gente si fa avanti per il mio bambino quasi mi commuovo. Gli ultras granata stanno facendo qualcosa di indescrivibile. È anche grazie a loro se oggi mi sento un pontederese a tutti gli effetti».

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