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Frosinone-Latina: gli errori della Lega, le contraddizioni del Gos e lo stupore di Stirpe
30 Marzo 2015 - letto 1483 volte

Farsa derby. È grottesco che si sia giunti a 24 ore dal derby Frosinone-Latina senza giocarlo, rinviandolo, dopo che una parte della tifoseria era stata allertata con acquisto di biglietti e noleggio pullman: denari che non saranno resi, con tutta probabilità. Una class action nei confronti della Prefettura non è da escludersi da parte dei tifosi pontini, considerato che prima Lega, poi Questura ciociara e Gos (Gruppo Operativo Sicurezza, tavolo cui siede anche la Prefettura stessa…) avevano dato l’ok. Se da una parte è comprensibile l’amarezza della società nerazzurra, si assiste a un’esternazione poco felice da parte del presidente Stirpe, che esalta ancor più le sfumature di grottesco che hanno colorato questo derby. Ma andiamo con ordine rispetto alle dichiarazioni dei protagonisti.

Certo, resta il modo in cui è maturato il niet da parte della Prefettura per motivi di ordine pubblico. La prima responsabile resta comunque la Lega e la Corte sportiva d’appello che era stata chiamata a esprimersi sul ricorso della società ciociara avverso i due turni di squalifica: già di per sé è farsesco che l’organo di giustizia sportiva si possa esprimere a 48 ore dal derby con tutto il conseguente can can dei tagliandi ancora da disporre, ma è ancora più ridicolo che non ci sia stato un allineamento di decisione tra organi federali e statali, evidentemente senza consultazioni e aggiornamenti. È sembrato che la giustizia sportiva viva in sale ovattate senza conoscere la realtà, anche perché con un naturale buon senso era facile arrivare a una soluzione del genere: ricorso del Frosinone accolto, niente squalifica del campo ma pena comminata con una salatissima sanzione più diffida per il Matusa. Ma questa soluzione è risultata troppo intelligente e sensibile, evidentemente, e quindi scartata. Il parziale pugno duro (la squalifica è stata scontata di un turno) ha generato poi la classica soluzione pilatesca, considerato che poi che la pubblica sicurezza non ha voluto prendersi nessuna responsabilità. Ora con il turno infrasettimanale del derby ci saranno pochi tifosi pontini a raggiungere il Matusa, premiando chi invece era stato punito dalla giustizia sportiva. Complimenti.

L’APPUNTO DI ABODI - Alla fine è arrivata anche la nota della Lega di serie B in una nota ufficiale del presidente Andrea Abodi sul rinvio di Frosinone-Latina. "Il rispetto con il quale siamo abituati a prendere atto delle decisioni assunte a livello sportivo e non da parte degli Organi di Giustizia e delle Autorità preposte, non ci preclude di manifestare con responsabilità e trasparenza il nostro disappunto per la decisione assunta dal Prefetto di Frosinone di rinviare la partita Frosinone-Latina. Non solo per il fatto in se stesso, ma anche per l'imposizione dei tempi del recupero dell'incontro, che vanno ad incidere in maniera significava sul calendario della competizione. Ritenevamo che le garanzie espresse dal Questore Santarelli in merito alla gestione dell'ordine pubblico e la volontà dei due club di giocare regolarmente la partita, sostenuta naturalmente anche dalla Lega, rappresentassero elementi sufficienti per scongiurare la decisione che invece è stata presa. Questa vicenda, in tutte le sue articolazioni, registra una serie di decisioni sulle quali tutti i soggetti coinvolti e interessati, sportivi e non, sono chiamati a riflettere. Da parte nostra possiamo garantire che la Lega si impegnerà, ancora più intensamente, per alimentare e promuovere la crescita della cultura sportiva e del senso civico tra i dirigenti, a partire dal sottoscritto, i tesserati e tra i tifosi, con l'auspicio che in altri ambiti si avverta la necessaria esigenza di buonsenso e rispetto dei ruoli". Insomma, una classica presa d’atto.

LA REAZIONE DURA DEL LATINA - Certo, in precedenza, c’era stato il comunicato dell’Us Latina che aveva stigmatizzato questa decisione, che danneggia chi si è ben comportato e premia invece chi era stato colpito dagli strali della giustizia sportiva. Grottesco. Ecco il comunicato del sodalizio nerazzurro: “La decisione di non far disputare il derby tra Frosinone e Latina rappresenta un atto grave, che comporta dannose conseguenze per il Latina calcio e per la tifoseria nerazzurra. Esprimiamo tutta la nostra amarezza, riteniamo inaccettabile che le istituzioni preposte non siano state in grado di garantire la sicurezza in una gara del campionato nazionale di serie B e quindi assicurare il regolare svolgimento di una partita, abdicando di fatto al proprio ruolo e alle proprie funzioni. Inoltre si è creato un pessimo precedente per il futuro poiché le istituzioni non hanno saputo opporsi al comportamento minaccioso dei tifosi: non si può permettere a queste persone di decidere se far giocare o meno una partita di calcio. Gli Ultrà hanno vinto con le minacce. Non condividiamo le ragioni che hanno portato al rinvio della gara a 24 ore dalla disputa: il Latina calcio si ritiene danneggiato da questa decisione che, di fatto, altera il regolare svolgimento del campionato. Ci preme sottolineare, allo stesso tempo, i gravi danni arrecati alla nostra tifoseria e all’intera città di Latina. Quasi duemila persone si erano mobilitate per sostenere la squadra in questa trasferta, acquistando i biglietti e noleggiando numerosi pullman, sostenendo costi che nessuno ora andrà a risarcire. Per non parlare dell’impegno organizzativo profuso da settimane, con tante persone che hanno sottratto tempo e risorse alle proprie famiglie e ai propri affetti, per poi vedere vanificati tanti sforzi da una decisione inconcepibile a 24 ore dall'evento in programma. Stiamo parlando di un altro schiaffo dato al Latina calcio, alla città intera e alla tifoseria nerazzurra che siamo certi saprà reagire, come ha sempre fatto finora, con grande civiltà e sportività”.

IL J’ACCUSE DI DI GIORGI - Ha rincarato la dose il sindaco di Latina, Giovanni Di Giorgi: “Ancora una volta il calcio si è arreso alla violenza, in questa occasione, per fortuna, soltanto ipotizzata, mostrando di essere ostaggio di gruppi di facinorosi o, peggio, ancora, di interessi che sono al di fuori dello sport. Rispetto la decisione adottata ma non la condivido: dico solo che nel derby di andata, con la presenza di identiche preoccupazioni di ordine pubblico e con una parte dello stadio chiusa, è stato possibile far disputare la partita garantendo le condizioni di sicurezza grazie all’ottimo lavoro di sinergia tra le istituzioni, in particolare il Comune, la prefettura, la questura, le forze dell’ordine in generale e il Latina calcio. La decisione di oggi rappresenta un grave precedente per il calcio italiano e un danno per squadra e società del Latina, oltre che per la nostra tifoseria, che si è vista privata del diritto di assistere ad una partita di calcio dopo aver sostenuto i costi per biglietti e pullman per la trasferta”.

IL FINTO STUPORE DI STIRPE - Poi, è giunta anche la reazione del presidente del Frosinone, Maurizio Stirpe, che ha commentato attraverso le colonne del Corriere dello Sport, la decisione del prefetto di rinviare il derby: "Non condivido il provvedimento per una serie di motivi che ho anche spiegato ai tifosi che ho incontrato allo stadio. Di fronte a sanzioni che si ritengono ingiuste e immeritate occorre ugualmente rispettare le regole ed avere un atteggiamento e un comportamento responsabili. Sono dispiaciuto che il derby sia stato rinviato perché quando ci sarà il recupero si giocherà in un giorno feriale con inevitabili grossi disagi per l'intera cittadinanza. Non solo, ma questo recupero sarà fissato nella fase decisiva del campionato e sottoporrà la squadra a un autentico tour de force dovendo affrontare un turno infrasettimanale. I ragazzi stanno attraversando un buon momento e tutti avrebbero fatto volentieri a meno di questa sosta forzata. Questa vicenda è stata gestita malissimo dall'inizio ma non deve costituire un alibi per nessuno, tutti debbono assumersi le proprie responsabilità". Beh, non si capisce l’atteggiamento del presidente Stirpe: se la tifoseria doveva accettare la punizione allora perché la società ciociara ha fatto ricorso avverso la squalifica? 

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