Bayern, altro che ultrà pericolosi: striscioni antirazzisti e campagne di accoglienza
25 Novembre 2015 - letto 1701 volte Nella curva Sud dell'Allianz Arena, in fondo ai gradoni, un tizio sventola con insistenza la bandiera della pace. "Quello è il nostro fanclub dei gay e delle lesbiche", spiega il capotifoso Gregor Weinreich e lo indica col dito. Sabato pomeriggio, Bayern contro Colonia. Se il Bayern Monaco, una delle società calcistiche più potenti d'Europa, ha annunciato che destinerà un milione di euro al sostegno dei rifugiati, facendo sfilare i propri campioni mano nella mano sul terreno di gioco con i piccoli siriani fuggiti dalla guerra civile, aprendo le porte dei centri tecnici agli allenamenti, non l'ha fatto solo per calcolo, nella speranza di scovare un nuovo fenomeno (quattro titolari della Bundesliga furono da bambini rifugiati, uno di loro, il bosniaco Hasan Salihamidzic, ha giocato nella Juve); no, l'ha fatto anche sotto la spinta della sua curva democratica. Una tifoseria che da anni espone striscioni antirazzisti, fa campagne di accoglienza, s'impone con tesi progressiste nel dibattito pubblico. Beninteso: tutte le tifoserie tedesche si sono pubblicamente spese per i rifugiati nei primi giorni di settembre, ma l'impegno della Schickeria, il principale gruppo ultrà del Bayern, viene da più lontano. Era il 22 agosto 2014 - un anno prima dell'esplosione dell'emergenza - quando sugli spalti venne srotolato un gigantesco striscione con la seguente scritta "Ob in der Bayernkaserne oder sonst wo: Solidaritaet statt Ressentiment. Refugees welcome". Conteneva l'esplicito invito, alla città e alla dirigenza del Bayern, ad accogliere con sollecitudine i rifugiati in fuga. Chi è qui il capoultrà?, domandiamo. "Eccolo", e indicano un biondino dall'aspetto mite: Simon Mueller, 33 anni, il leader della Schickeria: "Quando sono arrivati i primi migranti anche noi siamo corsi in stazione. Era importante esserci, anche solo per regalare delle sigarette. Pure i poliziotti sono più gentili con loro se vedono che c'è un'accoglienza da parte dei cittadini. Come agiamo? Facciamo sentire la nostra voce, raccogliamo vestiti, portiamo i rifugiati allo stadio, li invitiamo ai nostri tornei. Ma tutto questo è ancora troppo poco. Nella società civile c'è un sacco di gente che fa più di noi". Fonte: repubblica.it Notizie correlate Bayern Monaco
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